Riccardo Signori
nostro inviato a Berlino
Storia scritta da vecchie conoscenze italiane. La Germania va in semifinale perché Jens Lehmann, quello che a Milano non ha mai disfatto i bagagli, ha dimostrato dessere portiere da gran galà. LArgentina resta a terra, perché stavolta hanno sbagliato in tanti, a cominciare da Pekerman che poi ha alzato bandiera bianca, dimettendosi: arrivederci me ne vado. Per ultimi non ci hanno preso Monzon Ayala e Cuchu Cambiasso: un incompreso milanista di qualche tempo fa e uno dei pezzi forti dellInter di oggi. Partita finita ai rigori, sbaglia Ayala, poi Cambiasso, Lehmann para toccato dalla grazia dopo aver ricevuto la benedizione di Oliver Kahn, il contestatore di Klinsmann. Per una volta i rigori non hanno fatto ingiustizie. Il talento era tutto sudamericano, la voglia di non mollare nelle imperturbabili teste tedesche. Jürgen Klinsmann si è confermato allenatore con la capacità di leggere una partita. LArgentina ha messo sotto la Germania allinizio del secondo tempo, ha segnato, si è fatta raggiungere, poteva anche chiudere il match ed evitare supplementari e rigori. Nulla di tutto questo: tanto spreco non paga mai. E i tedeschi si sono fatti forti della vecchia regola del pallone.
Partita giocata subito sui nervi, tensione da sfida finale, uno stadio che faceva spettacolo, i tedeschi erano una marea, gli argentini un drappello. In campo Riquelme ha cominciato a menar la danza con lidea di innervosire i tedeschi. Operazione riuscita per una decina di minuti. Poi lArgentina ha fatto gioco ma non paura. La Germania ha arrancato, ma sfruttato tutte le opportunità. Ballack che rischia il gol dopo 16 minuti, perdonando la distrazione di Coloccini, è lunico a metter a fuoco la porta nel primo tempo. Match che rischia di diventar noioso, poi si rianima allinizio della ripresa quando Ayala è sontuoso nel pescar di testa il miglior pallone giocato da Riquelme. Un gol che potrebbe decidere la partita, se Pekerman non cominciasse a perderla. Chiude una faida con Riquelme e lo tira fuori. Entra Cambiasso, esce Crespo, entra Cruz, lArgentina perde anche Abbondanzieri. Klinsmann insegue il gol come quando giocava: pesca Borowski e Odonkor per punzecchiare la difesa argentina. Borowski è una forza della natura e quando Ballack pennella un cross infila la testa di quel tanto per agevolare Klose che chiude i conti con se stesso: aveva dormito sulla rete di Ayala (luomo che doveva seguire), sfonda la porta dimostrando di avere i numeri del gran cannoniere. Match rimesso in piedi quando gli argentini cominciavano a farsi la bocca buona e i tedeschi a ripiegare le bandiere. Da quel momento lArgentina ha ricominciato a tirare in porta, Pekerman si è tenuto Messi in panchina, larbitro ha capovolto un fallo in area su Maxi Rodriguez. Tutti segnali delle stelle. La Germania non ha fatto che attendere. Lo stellone ha sorriso quando Gonzalez ha sbagliato la conclusione e Lehmann ha tirato un sospiro.
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