Il 4 ottobre, a Milano, si è svolto l’evento per la celebrazione dei 140 anni di Edison, azienda attiva nell’approvvigionamento, produzione e vendita di energia elettrica e di gas, fondata nel 1883 con l’apertura della Centrale Santa Radegonda che ha fornito l’illuminazione alla città meneghina.
L’evento si è tenuto presso la sede della società, in Foro Buonaparte, 31, e ad aver preso la parola sono stati i dirigenti di primo piano di Edison, a partire dall’amministratore delegato, Nicola Monti, e a seguire, Lorenzo Mottura, vicepresidente esecutivo per la strategia, lo sviluppo aziendale e l’innovazione, Ronan Lory, direttore finanziario e Barbara Terenghi, direttrice sostenibilità di Edison. Ad intervenire è stato anche il Prof. Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison, che, in apertura di conferenza, ha tracciato un excursus storico dell’azienda, dalle origini fino agli anni più recenti. Gli altri relatori hanno illustrato alla platea i risultati dell’ultimo periodo, molto complesso se si considerano l’avvento della pandemia e della guerra, per poi soffermarsi sulle prospettive di crescita e gli obiettivi che interesseranno l’azienda e il mercato italiano fino al 2040.
Le origini e l’evoluzione
Il primo a prendere la parola è stato l’ad, Nicola Monti, che, dopo aver salutato gli ospiti e i giornalisti presenti in sala, ha ceduto il microfono al Prof. Fortis, il quale ha riportato gli ascoltatori indietro nel tempo, per poi ripercorrere le tappe principali che hanno permesso il successo di Edison. Il professore ha esordito, affermando che l’ingrediente che ha permesso la crescita della società è stata la competenza manageriale che ha accompagnato l’azienda prima come public company, poi come azienda nazionalizzata e poi con l’appartenenza al gruppo francese "Électricité de France”. Il professore ha ricordato il fondatore Giuseppe Colombo, grande ingegnere, imprenditore e politico che inaugurò la prima centrale elettrica europea, nel 1983, che poi è diventata Edison. Fortis ha ricordato altre figure che hanno fatto la storia dell’azienda per poi arrivare allo sviluppo, dagli anni Venti agli anni Cinquanta, dei bacini idroelettrici che hanno consentito l’approvvigionamento idroelettrico anche grazie ai primi impianti nel vasto bacino del Toce, in Piemonte, dove sono state, nel corso degli anni, costruite diverse dighe, considerate un capolavoro ingegneristico.
Edison, nel secondo dopoguerra, si è anche specializzata nel settore della chimica e nel 1966, Edison si fuse con la Montecatini, importante azienda del comparto chimico, per dare luogo alla Montedison, potendo contare, così, su un cospicuo numero di impianti. La società è anche stata la prima in Italia ad aprire una centrale nucleare.
Gli obiettivi e il modello di business
A seguito dell’intervento del Prof. Fortis, a tornare sul palco è stato Nicola Monti che ha spiegato come il futuro di Edison sia nel solco della transizione ecologica e della sostenibilità. Monti ha spiegato che l’obiettivo primario è quello di concentrarsi sulle opportunità che le fonti rinnovabili possono offrire per mettere in atto un processo di decarbonizzazione e battere sempre di più la strada dell’energia pulita, anche in un’ottica di approvvigionamento sicuro nei casi di crisi come per il conflitto russo-ucraino. A livello di scenario, i risultati da conseguire entro il 2030 sono una riduzione del 55% dei gas serra e un aumento del 40% della produzione di energia con fonti rinnovabili. Sempre per il 2030 è previsto un aumento dei consumi ma con un calo per quelli originati da idrocarburi e un aumento per quelli generati da fonti rinnovabili in quanto è previsto un aumento di oltre il 10% di gas verde “green”, non inquinante, e una riduzione del 14% per il consumo di gas metano.
Per raggiungere tali obiettivi, l’amministratore delegato ha enucleato i tre pilastri su cui poggia la strategia: produzione di energia con fonti rinnovabili e flessibilità nella fornitura; sicurezza negli approvvigionamenti di gas verde; supporto ai clienti nel processo di decarbonizzazione. Monti, ha aggiunto, che avendo come orizzonte la transizione ecologica, già nel 2030, si avrà il 40% di energia decarbonizzata, mentre nel 2040 tale percentuale salirà al 90%, anche grazie a due innovazioni tecnologiche come gli impianti di cattura della C02 e lo sviluppo di impianti per il nucleare pulito. Edison accellera il percorso dell'Italia nella transizione energetica attraverso un piano che prevede investimenti per 10 miliardi di euro tra il 2023 e il 2030, di cui l'85% in linea con i Sustainable Development Goals (SDGs) dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Il portafoglio di attività, al 2030, vedrà la generazione elettrica rinnovabile rappresentare oltre il 45% della redditività del gruppo, i servizi ai clienti industriali, domestici e alla pubblica amministrazione contribuiranno per circa un quarto, il gas e la produzione termoelettrica ne rappresenterà il 30%. Dei 10 miliardi di investimenti previsti, circa la metà puntano sullo sviluppo di fonti rinnovabili, circa 1 miliardo sui sistemi di flessibilità e circa 2,5 miliardi sui servizi energetici per la decarbonizzazione dei consumi, la rimanente quota, pari a 1-2 miliardi di euro, sarà destinata alle attività del gas e alla crescita del portafoglio clienti. Monti ha anche detto che Edison, per crescere e affrontare le trasformazioni dei prossimi anni, da qui al 2030, assumerà una media di circa 300 persone all’anno. Le assunzioni saranno orientate per circa il 50% su giovani neodiplomati e neolaureati, prevalentemente con curriculum scolastici sulle discipline STEM, il 60% dei quali inseriti presso tutte le sedi e impianti territoriali che ospiteranno i nuovi investimenti.
Dopo l’intervento di Monti, ha preso la parola Lorenzo Mottura, vicepresidente di Edison, che ha ribadito come l’energia nucleare rivesta un ruolo chiave per il raggiungimento dei target UE di carbon neutrality, dando stabilità al sistema elettrico e compensando l’intermittenza delle fonti rinnovabili. In particolare, la nuova tecnologia degli Small Modular Reactor (SMR) può essere utilizzata per produrre energia elettrica e termica, rispondendo in modo versatile alle esigenze dei distretti energivori e dei territori..
Le finanze e la sostenibilità
Gli interventi conclusivi sono stati fatti da Ronan Lory, direttore finanziario, e Barbara Terenghi, direttrice sostenibilità. Lory ha affermato che l’azienda punta al raddoppio dell’EBITDA in una forchetta tra 2 e 2,2 miliardi di euro al 2030 rispetto a 1,1 miliardi di euro nel 2022, aumentando il contributo delle fonti green. Grazie a un significativo cambiamento del portafoglio industriale, le attività a emissioni dirette nulle o quasi nulle rappresenteranno il 70% dell’EBITDA rispetto alla media dell’ultimo triennio pari al 35%.
Per finire, Barbara Terenghi ha dichiarato che Edison punta ad abbattere il proprio fattore di emissione di CO2 da 293 grammi per chilowattora al 2022 a 190 grammi per chilowattora al 2030 e fino a 50 grammi per chilowattora al 2040, riducendo in parallelo le emissioni assolute.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.