Lo sprint sui ricavi pubblicitari mette il turbo al titolo di Mfe (la ex Mediaset) che ha chiuso la giornata in Piazza Affari con le azioni di tipo «A» in progressione del 4,6% (a 2,23 euro) e quelle di tipo «B» del 4,5% (a 3,05). La spinta arriva da stime rosee sulla raccolta pubblicitaria di gruppo in Italia e Spagna nel primo trimestre dell’anno, con un avanzamento del +5% rispetto all’omologo periodo del 2023 quando i ricavi erano stati di 553,2 milioni a livello netto e a 629,5 milioni includendo le commissioni. Il dato è stato divulgato dallo stesso amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Mfe, inoltre, si appresta a divulgare i conti del 2023 con un’attesa di utili superiori ai 217 milioni di euro dell’anno precedente senza considerare l’effetto contabile del consolidamento di ProsiebenSat1.
«La televisione generalista se fatta bene, mantenuta viva e moderna, si difende alla grande», ha dichiarato Berlusconi. «Nel nostro caso continua a dare soddisfazioni» e «con il giusto mix di esperienza e investimenti si può addirittura crescere». A proposito di investimenti, il numero uno del Biscione ha dichiarato che il gruppo ha intenzione di continuare a incrementare i suoi organici a differenza di quanto stanno facendo marchi come Amazon, Paramount, Netflix e Disney che ricorrono a piene mani a licenziamenti: «Il mondo dell’offerta dei contenuti è diventato super competitivo, forse anche sovraffollato», ha osservato il top manager, «quello che so però è che noi, in controtendenza, assumiamo. E assumiamo per metà under 30 e per il 50% donne. Abbiamo già iniziato lo scorso anno con 250 ingressi e intendiamo andare avanti per altri tre con un complessivo di mille nuove assunzioni». Ci saranno anche uscite, ma «solo in parte e comunque avremmo potuto stringere la cinghia, fare economie, fare efficienza come si dice in gergo aziendale e come fanno le grandi multinazionali. Invece abbiamo preferito puntare sullo sviluppo con orgoglio. E con un po’ di coraggio farlo mentre il settore dei media va in direzione opposta».
L’ex Mediaset ha in pancia il 30% di Prosiebensat, gruppo tedesco che sta attraversando alcune difficoltà e per cui Berlusconi auspica un cambio di rotta. «ProsiebenSat deve tornare al core business. La prima mossa deve essere separare le attività di “dating“ e di “e-commerce“ valorizzandole. È la strada che ha seguito anche Vivendi per dare più valore ai singoli asset».
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