Solo un mese fa celebravamo la conquista di un sogno da parte di un arcipelago di isole, ovvero l'africana Capo Verde. Un mese più tardi quel sogno chiamato Mondiale di calcio lo ha coronato Curaçao, ribattezzato ora Curaçao Meravigliao.
La storica colonia olandese ha strappato lo 0-0 con la Giamaica, sfortunata nel colpire due legni, e ha scritto la storia diventando il paese con meno cittadini (circa 156mila) a centrare la qualificazione. Di certo per festeggiare questo traguardo non avranno stappato lo champagne, ma versato il Blue Curaçao, il famoso drink originario di quelle parti.
Il mago dietro quest'impresa è Dick Advocaat (nella foto), costretto a tornare nella sua Olanda per motivi familiari prima della festa, che a giugno polverizzerà il record di ct più anziano della storia dei Mondiali: 78 anni. Tra i giocatori dell'isola caraibica anche un ex bianconero, Livano Comenencia, che militava nella Juve Next Gen. Ma ieri notte non è stata l'unica favola: infatti, al Mondiale si sono qualificate pure Haiti, alla seconda partecipazione dopo 52 anni e Panama, anche lei alla seconda presenza.
Per Haiti l'impresa però vale doppio: sì, perché ha passato il turno nonostante la crisi politica e sociale che sta distruggendo il Paese (la capitale è sotto assedio dalle gang) e che impedisce alla squadra di giocare nei propri confini. Per questo la Nazionale di Sebastien Migné gioca a Curaçao, a 800 km distanza, col quale, perciò, ha condiviso una notte di festeggiamenti e, perché no, anche un secondo giro di bibite a metà prezzo.
Quella Haiti che, lo ricordiamo, nel 1974 fu eliminata ai gironi anche dall'Italia; ma il rischio ora è che noi potremmo essere spettatori per il terzo Mondiale di fila.Ecco, se così fosse altro che celebrazioni, sarebbero solo dolori. E al posto dell'invitante Blue Curaçao finiremmo per assaporare l'amaro calice.