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Ex Ilva, stravince Flacks ma il pm non si arrende

Resta sequestrato l’altoforno 1, il magnate UK: "Lavoreremo con lo Stato, torna il nome storico"

Ex Ilva, stravince Flacks ma il pm non si arrende
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Flacks Group tratta in esclusiva per l'ex Ilva, ma si trova di fronte al primo grande ostacolo: il nuovo no dei giudici al dissequestro dell'altoforno 1.

Come anticipato il 20 dicembre dal Giornale i commissari straordinari Giancarlo Quaranta, Giovanni Fiori e Davide Tabarelli hanno reso nota ufficialmente la scelta del fondo Usa guidato e fondato da Michael Flacks come partner d'elezione per il salvataggio dell'ex Ilva di Taranto.

Ma nello stesso giorno, con un tempismo più che sospetto, la procura di Taranto ha nuovamente respinto la richiesta di dissequestro dell'altoforno 1 dello stabilimento ex Ilva avanzata da Acciaierie d'Italia. Richiesta che era già stata rispedita al mittente lo scorso agosto.

L'altoforno è sottoposto a sequestro senza facoltà d'uso dallo scorso maggio quando un incendio dalle incerte cause provocò danni all'impianto e rischiò di provocare feriti tra i lavoratori. Da allora l'acciaieria tarantina funziona con un solo altoforno, il numero 4, e con capacità produttive ulteriormente ridotte. Sul nuovo no della procura al dissequestro, motivato dalla necessità di compiere ulteriori accertamenti, Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria sarebbe intenzionata a presentare ricorso. Il tema dei tempi è cruciale e il dissequestro è essenziale per il rilancio del polo produttivo che interessa le aree di Taranto e Genova.

«Ora, abbiamo il sostegno del Governo e troveremo insieme le soluzioni», chiosa Michael Flacks al Giornale svelando che la nuova società che al momento si prevede possa avere lo Stato al 40% (dettaglio in via di definizione con il governo, ndr) si chiamerà Ilva, per un ritorno alle origini che sia di buon auspicio. «Si tratta di un progetto enorme - ha poi aggiunto Flacks - che coinvolgerà anche le amministrazioni locali e i sindacati».

E a proposito di sindacati, oltre alla doccia gelata arrivata dalla procura, anche i rappresentanti dei lavoratori non hanno accolto troppo favorevolmente la notizia dell'assegnazione a Flacks. «Non ci appassioniamo al nome del soggetto che inizierà la trattativa esclusiva», ha detto Valerio D'Alò, segretario nazionale della Fim Cisl ricordando che «qualunque trattativa dovrà prevedere il coinvolgimento dei lavoratori per non commettere gli errori del passato». Più netta la Fiom che chiede al ministro delle Imprese Adolfo Urso la convocazione di un tavolo ad hoc: «È inaccettabile che le trattative avvengano con fondi speculativi alle spalle dei lavoratori». La preoccupazione dei sindacati è molto alta, anche perché appare slittato il riavvio dell'altoforno 2, atteso per il 31 dicembre. I dipendenti in cigs a Taranto sono attesi salire a 6mila dal gennaio prossimo su circa 8mila addetti totali. E un ordine del giorno, approvato alla Camera, prevede l'avvio di programmi di accompagnamento, formazione e riqualificazione professionale.

Flacks ha sede a Miami, è specializzata in turnaround di aziende in crisi, ma come ha confermato il suo fondatore qualche giorno fa al Giornale entra nell'affare Ilva «come partner industriale e non meramente finanziario». Michael Flacks, prevede investimenti massicci, stimati in circa 5 miliardi di euro per la decarbonizzazione e il rilancio che garantirà 8.500 posti di lavoro. Un'offerta salva-lavoro, rispetto a quella della rivale Bedrock, che difficilmente poteva essere battuta.

L'opzione-Flacks chiede una partecipazione pubblica strutturale, probabilmente attraverso la Cdp. «Una presenza che durerà meno di cinque anni e che il fondo potrebbe rilevare per una cifra tra 500 milioni e 1 miliardo di euro», prevede sempre Mr. Flacks.

Il magnate ha un patrimonio netto di 1,68 miliardi di sterline.

Nel 1985, il manager quarantenne ha fondato il Flacks Group e, nel corso degli anni, si è occupato dell'acquisizione e del finanziamento di diverse aziende. Il portafoglio diversificato del fondo Usa spazia al momento dal settore immobiliare, manifatturiero, tecnologico a quello sanitario.

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