Fincantieri sotto il mare in difesa dei pozzi Saipem

Accordo per proteggere le infrastrutture strategiche Folgiero: "La subacquea mercato da 400 miliardi"

 Fincantieri sotto il mare in difesa dei pozzi Saipem
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Prosegue secondo la tabella di marcia il piano di rafforzamento di Fincantieri nella subacquea. Ieri è stato firmato un memorandum con Saipem, nella sede dello Stato Maggiore della Marina militare, per valutare una collaborazione tra le due aziende nell’ambito dei veicoli subacquei e della relativa integrazione con unità di superficie e subacquee. Nel dettaglio, l’accordo vedrà partecipare Fincantieri e Saipem a progetti «di sorveglianza e controllo di infrastrutture critiche subacquee e alle attività di soccorso, mediante l’impiego di tecnologie specifiche complementari di Fincantieri e Saipem».

La collaborazione prevede l’integrazione tra navi di superficie realizzate da Fincantieri e il programma di sviluppo dei droni «Hydrone» di Sonsub, il centro di Saipem che realizza tecnologie e soluzioni subacquee attivo a Marghera, vicino a Venezia, e a Trieste. Le tecnologie della subacquea, del resto, sono importanti sia per la transizione energetica, ma anche per il settore Difesa in tempi di guerra ibrida - si pensi alle tensioni in Yemen e nel Mar Rosso - dove diventa cruciale proteggere infrastrutture come gasdotti, oleodotti, cavi sottomarini. Un mercato peraltro inesplorato, visto che solamente il 3% dei fondali è mappato.

L’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero (in foto), ha detto ieri in un incontro con i corrispondenti italiani a Washington che il Mediterraneo rappresenta una opportunità «gigantesca» per l’Italia, e anche per Fincantieri. «Il Mediterraneo sarà il mare del subacqueo: è piccolo, ma è il più congestionato al mondo per quanto riguarda la presenza di infrastrutture». E ancora: «Bisogna capire che ormai tagliare un cavo può creare danni ben più importanti rispetto a quelli dei missili», ha proseguito Folgiero, aggiungendo che il comparto subacqueo rappresenta un mercato globale da circa 400 miliardi di dollari da qui al 2030. «Sarà come lo spazio 40 anni fa». Il gruppo della cantieristica navale e della Difesa sta puntando molto sulla subacquea che è tra i perni del suo piano industriale. In questo senso si legge anche l’acquisizione - finalizzata di recente - di Remazel, un gruppo di ingegneria specializzato nei settori della progettazione di componenti per turbine a gas e per la movimentazione, il sollevamento e l’ancoraggio dei grandi impianti eolici.

Sempre ieri, Folgiero ha parlato anche di «rilanciare» Orizzonti Sistemi Navali, la joint venture costituita con Leonardo, affinché diventi «un luogo di integrazione delle competenze, per creare una visione unitaria del sistema della nave».

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