Ita-Lufthansa, il matrimonio funziona

I tedeschi pronti a salire al 90% entro il prossimo giugno, prima di quanto previsto

Ita-Lufthansa, il matrimonio funziona
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Il dossier Ita Airways, a lungo considerato uno dei nodi più intricati della politica industriale italiana, sta conoscendo uno sviluppo sorprendentemente positivo. A pochi mesi dall'ingresso di Lufthansa nel capitale della compagnia tricolore, il colosso tedesco si dice «molto soddisfatto» dell'andamento dell'operazione e sta valutando esercitare l'opzione per salire al 90% del capitale entro metà 2026 e, dunque, in anticipo rispetto al termine fissato per fine 2027 e anche rispetto alla fine dell'anno prossimo come anticipato dal numero uno tedesco Carsten Spohr lo scorso marzo. Una scelta che non solo conferma la solidità del progetto industriale, ma rappresenta anche un riconoscimento alla regia paziente e determinante del ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, artefice della complessa trattativa che ha permesso di portare a termine l'accordo con i tedeschi dopo anni di incertezze e tentativi falliti.

Secondo quanto trapela da fonti vicine al dossier riportate dal Corriere, Lufthansa già titolare del 41% di Ita dopo il versamento di 325 milioni di euro sarebbe pronta a sborsarne altri 325 per rilevare un ulteriore 49%. Un earn out di 100 milioni è legato al raggiungimento di specifici obiettivi aziendali. Il risultato sarebbe un controllo quasi totale della compagnia, con quattro membri del cda su cinque di nomina tedesca. È previsto, tuttavia, il mantenimento di un presidio italiano, magari alla presidenza, attualmente ricoperta da Sandro Pappalardo. La decisione definitiva è attesa tra aprile e maggio, ma l'orientamento sembra ormai chiaro: accelerare il percorso di integrazione all'interno di un gruppo che comprende già Swiss, Austrian, Brussels Airlines, Eurowings, Discover e Air Dolomiti.

Un'accelerazione resa possibile anche dall'evoluzione dei conti della compagnia: a fine 2024 l'indebitamento netto era di 2,4 miliardi, ma il management guidato dall'ad Jörg Eberhart ha avviato un percorso di razionalizzazione e crescita che ha convinto Francoforte sulla sostenibilità del piano. Lo stesso Carsten Spohr, ceo di Lufthansa, ha dichiarato che «i progressi su Ita sono migliori di quelli pianificati, anche dal punto di vista finanziario» e che «l'integrazione procede speditamente». Parole che riflettono una fiducia crescente nel futuro del vettore italiano.

Restano passaggi tecnici non banali: l'operazione dovrà essere notificata all'Antitrust europeo, anche se stavolta non si prevedono ostacoli paragonabili a quelli che avevano accompagnato il primo ingresso di Lufthansa, quando Bruxelles impose la cessione di slot a Linate e limitazioni su diverse rotte. Sul lungo periodo, inoltre, lo Stato italiano manterrà una presenza di garanzia con una quota residua del 10%, che Lufthansa potrà eventualmente rilevare entro il 2033 per circa 79 milioni.

Se oggi l'Italia può guardare con maggiore ottimismo al futuro della sua compagnia di bandiera, il merito non è solo della solidità industriale tedesca ma anche della tenacia con cui il ministro Giorgetti ha portato avanti un negoziato tra mille resistenze politiche, vincoli europei e diffidenze del

mercato. Aver chiuso un accordo con Lufthansa in tempi rapidi e su basi economiche credibili ha restituito al Paese un partner di lungo periodo, capace di rilanciare Ita e di inserirla in un grande network internazionale.

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