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Ponte sullo Stretto, gli ambientalisti ora se la prendono (anche) col vento

Continua la battaglia degli ambientalisti contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto: ecco il loro dossier contro i dati concreti del ministero della Infrastrutture e Trasporti

Ponte sullo Stretto, gli ambientalisti ora se la prendono (anche) col vento

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L'ideologia ambientalista è più forte di ogni forma di progresso. E questo nonostante alle spalle ci siano anni di studi e ricerche. Un esempio? Il "no" alla costruzione del Ponte sullo Stretto. È tanto forte da non venir meno nemmeno dinnanzi alle evidenze, nemmeno se c'è un dossier smontato, punto per punto, su tutte le bufale messe in giro dagli eco-invasati. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ci ha lavorato a lungo: come già visto sul Giornale.it, il report illustra anche ai più scettici che unire Sicilia e Calabria con un ponte non è solo un'opportunità per l'Italia ma per tutta l'Europa. Eppure, come dicevamo, l'ideologia green resiste e ora tira in ballo persino il vento.

La fake news sul vento

Una delle maggiori criticità denunciate in coro da Kyoto Club, Wwf e Lipu è il vento. A detta loro i forti venti obbligherebbero la chiusura del ponte almeno un giorno ogni otto. Ma quale sarebbe la forza di Eolo? Hanno calcolato che già 60 chilometri orari sarebbe un'oscillazione troppo elevata per consentire il transito dei mezzi. Corretto? Macché, tutto falso. Il ministero, tra le sue Faq, ha risposto ampiamente e dettagliatamente a questa finta problematica. "La sua aerodinamica è stata oggetto di approfonditi studi e di innumerevoli prove in gallerie del vento in Europa e Nord America - si legge - Il progetto prevede che il Ponte sia aperto al traffico stradale fino a quando le raffiche di vento non raggiungano la velocità di 158,2 km/h, mentre il traffico ferroviario possa proseguire fino a quando le raffiche non raggiungano la velocità di 194 km/h". Questi numeri sono più del doppio, anzi il triplo della forza del vento che secondo le Ong impedirebbe il transito.

Il problema degli uccelli

Gli attivisti green hanno posto anche la problematica su come faranno gli uccelli migratori ad attaversare lo Stretto con la costruzione del Ponte come abbiamo visto sul Giornale.it. Diventa stucchevole che debbano essere tirati in ballo meravigliose creature che non saranno disturbate in alcun modo da "un’infrastruttura sostenibile poiché funzionalmente orientata a garantire l’erogazione di un servizio in armonia con ambiente e paesaggio". Tutti i rapaci che seguiranno la loro rotta continueranno a intraprenderla perché non ci sono né studi né ipotesi diverse che dimostrino il loro "disturbo" nel ritrovarsi un ponte sospeso: gli ambientalisti, però, ipotizzano che queste specie possano addirittura morire andando a sbattere contro i piloni come se in pratica volassero alla cieca, un'idea talmente fantasiosa che si commenta da sola.

La fake news sulle navi

Un'altra falsità, o per meglio dire dato inesatto in possesso degli ambientalisti è il problema sul transito delle grandi navi che sarebbe impedito per l'altezza del ponte: 65 metri non sarebbero sufficienti per il loro passaggio. È un'obiezione corretta? Nemmeno questa. I parametri internazionali seguono "le linee progettuali degli altri grandi ponti su stretti navigabili che assicurano e garantiscono il transito di navi di elevate dimensioni - spiega il ministero - Si pensi, a livello statistico, agli standard applicati per i principali ponti su stretti navigabili, quali il ponte di Normandia (52 metri), il ponte che attraversa il Canale di Panama (57,9 metri), il Golden Gate Bridge (67 metri)". Insomma, anche in questo caso non c'è nulla da sindacare.

La fake news sul terremoto

A tutti i costi, una volta costruito il Ponte sullo Stretto, sembra che debba necessariamente scatenarsi il terremoto più distruttivo della storia. Progettisti e ingegneri lo costruiranno con i criteri antisismici più avanzati e in grado di resistere anche a un Richter 7.2 che raderebbe al suolo qualsiasi città ma il ponte rimarrebbe in piedi. Gli ambientalisti, però, ricordano studi che parlano del rischio di un 7.8/7.9. "Si conoscono, con buona precisione, la posizione delle faglie, i meccanismi con cui si sviluppano i terremoti e le loro caratteristiche in termini di intensità e frequenze. Il Ponte è stato progettato sulla base di questi dati e tenendo conto che debba resistere ad eventi sismici di eccezionale intensità", spiega il ministero.

La campata unica, poi, "è per sua natura molto resistente alle azioni sismiche, in quanto si comporta come un enorme pendolo, con un periodo di oscillazione lunghissimo, a fronte di azioni sismiche con frequenze anche molto elevate".

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