Tim ritorna al profitto. Più sinergie con Poste

Via alle nozze su Cloud e intelligenza artificiale

Tim ritorna al profitto. Più sinergie con Poste
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La nuova Tim prosegue con il miglioramento dei conti. Il gruppo guidato da Pietro Labriola (in foto) nel terzo trimestre di quest'anno ha realizzato un utile di 23 milioni di euro. Un dato che fa da spartiacque e dà continuità al trend di recupero dopo il passivo di 8 milioni tra marzo e giugno e di 124 milioni nel primo trimestre.

Il gruppo, che ha ora come riferimento Poste Italiane quale primo azionista, prosegue nella sua profonda metamorfosi e insieme al gruppo guidato da Matteo Del Fante ha siglato una lettera d'intenti per costituire una joint venture su servizi cloud basati sull'intelligenza artificiale generativa. Del resto, il contributo alla torta dei ricavi totali (10 miliardi, in crescita del 2,3% nei nove mesi) della divisione Enterprise è sempre più rilevante e vale 2,4 miliardi (+4,4%) con il Cloud che si conferma la principale linea di business e quella a maggior crescita. Tra le altre notizie di giornata figura anche la finalizzazione del contratto con l'operatore PosteMobile, con la migrazione dei clienti attesa nel primo trimestre del 2026. A fine settembre inoltre è stato lanciato il nuovo servizio Tim Energia con Poste dedicato ai clienti. Iniziativa che dovrebbe portare fieno in cascina anche alla divisione Consumer, quella della telefonia, che ha visto i ricavi totali in lieve flessione a 4,5 miliardi, anche se le entrate medie per utente (Arpu) sono aumentate sia per i clienti del fisso che del mobile.

Prosegue bene, inoltre, la crescita della controllata brasiliana che ha registrato 3,1 miliardi di ricavi (+4,7%) e margini in crescita per dieci trimestri di fila. Il Brasile ed Enterprise ormai forniscono il 55% del fatturato al gruppo che nel frattempo ha smesso di bruciare cassa e ha una marginalità (al netto dei contratti di leasing) in crescita del 5,7% a 2,7 miliardi.

Questo incastro di dati economici ha portato a una stabilizzazione del debito a 7,5 miliardi e, se i trend attuali si consolidassero, l'ex monopolista almeno dal prossimo anno può ambire a un ritorno al profitto sull'anno.

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