
Gli Stati Uniti hanno aumentato il pressing sull'Italia per la presenza dell'azienda statale cinese Sinochem come principale investitore della Pirelli. Le nuove leggi americane vietano l'accesso al mercato, su tecnologie sensibili (come il Cyber Tyre), a società con soci pubblici cinesi.
In una lettera inviata ai funzionari italiani a metà luglio, ma rivelata solo ieri dall'agenzia Bloomberg, il Bureau of Industry and Security del Dipartimento del Commercio ha affermato che il golden power applicato da Roma nel 2023 per limitare l'influenza cinese e proteggere le attività italiane non sono sufficienti a proteggere l'azienda dalle restrizioni negli Stati Uniti. La nuova lettera sarebbe stata inviata a seguito di una richiesta di chiarimenti fatta dal governo italiano sulla posizione americana riguardo la partecipazione cinese del 37% in Pirelli. I rappresentanti di Sinochem, secondo le fonti di Bloomberg, dovrebbero incontrare i funzionari italiani per discutere di Pirelli nei prossimi giorni.
Gli Stati Uniti hanno intensificato i controlli sulle tecnologie sensibili che potrebbero avere legami con la Cina, un problema condiviso da Pirelli insieme e altri gruppi italiani. Il produttore di pneumatici, partecipato da Sinochem al 37%, genera circa un quarto del suo fatturato negli Usa e ha investito molto sulla tecnologia dei cyber-tyre, ossia pneumatici in grado di connettersi con i sistemi digitali del veicolo, che secondo Washington potrebbe influire sulla protezione dei dati sensibili.
Lo scorso 12 agosto la stessa Bloomberg aveva riportato che il governo Meloni stava considerando di mettere un freno alle partecipazioni di investitori cinesi in aziende italiane considerate strategiche per evitare tensioni con gli Stati Uniti. A cominciare dal gruppo della Bicocca. A fine luglio il cda di Pirelli ha approvato i conti del semestre a maggioranza con il voto favorevole di 9 su 15 consiglieri. Hanno votato contro il presidente Jiao Jian e i consiglieri Chen Aihua, Zhang Haitao, Chen Qian e Fan Xiaohua, mentre Grace Tang si è astenuta.
L'alleanza iniziale siglata con i cinesi nel
2015 vedeva come socio ChemChina, società di Stato ma indipendente nella gestione dell'investimento dalle agenzie del Partito comunista cinese a differenza di Sinochem, il socio subentrato nel 2021 a seguito di una fusione.