Milano - È tornato libero questa mattina alle 9 il
tunisino Azouz Marzouk, marito e padre di due delle quattro vittime
della strage di Erba (Como) in cui furono uccise quattro persone e
una quinta rimase gravemente ferita.
Azouz ha infatti finito di scontare una pena patteggiata a 13 mesi
per spaccio di droga. Ad accoglierlo fuori dal carcere ci sarà il suo
legale Roberto Tropenscovino, il quale cercherà di fare in modo
che non sia dato corso all’espulsione in Tunisia, condizione che il
pm di Como Massimo Astori aveva posto come condizione per il
patteggiamento.
"Ricomincio a vivere" "Cercherò di ricominciare a
vivere". Queste le prime parole di Azouz Marzouk, padre e marito
di due delle vittime della strage di Erba all’uscita dal carcere di
Vigevano.
Azouz, che aveva accanto a sè i suoi legali, Roberto
Tropenscovino e Renato Panzeri, ha detto che è sua intenzione
rimanere in Italia "per avere giustizia per mia moglie, mio figlio, mia
suocera, per Valeria Cherubini e per Mario Frigerio". Quest’ultimo è
l’unico sopravvissuto alla strage.
"Soddisfatto per ergastolo a Rosa e Olindo" "Sono soddisfatto per l’ergastolo", ha aggiunto in riferimento alla
sentenza con la quale i suoi ex vicini di casa, Olindo Romano e
Rosa Bazzi sono stati condannati all’ergastolo con tre anni di
isolamento diurno per l’eccidio dell’11 dicembre del 2006. "Sono
soddisfatto ancor di più per la loro separazione - ha detto il tunisino
-. Meno per quanto è successo dopo". Il riferimento alla possibilità
di incontrarsi per i coniugi seppur in due carceri diverse.
Uno dei suoi legali, Roberto Tropenscovino, ha spiegato che
Azouz rimarrà in una località segreta, "lontano dalle telecamere" in
attesa dell’udienza in Cassazione, che si terrà presumibilmente in
primavera, a proposito della espulsione posta come condizione
perchè Azouz patteggiasse la pena. "In quella sede si deciderà la
legittimità di questa sentenza di patteggiamento".
Azouz, giubbotto scuro, berretto di lana nero, aveva con sè il
borsone con i suoi effetti personali. Si è poi allontanato a bordo
dell’auto del suo avvocato.
"La famiglia Castagna mi ha deluso" Quel’è stato il momento più duro del processo? "Tutti
- risponde -, tutto il processo è stato difficile, io non sono riuscito
ad esprimere i miei sentimenti, non riesco a piangere davanti alle
persone è una cosa mia.
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