Ma allora: è vero o non è vero che il senatore Andreotti è stato condannato - o ritenuto colpevole - per i reati di Mafia (fino all80, credo), poi passati in prescrizione? Questo è quanto Travaglio sosteneva in televisione da Funari, citando una sentenza del dicembre 2004, con tutti gli annessi che si può immaginare, sottolineando che di certe cose nessuno parla. Sembrava documentatissimo e - pubblicizzando il suo ultimo libro - citava fra virgolette la sentenza di prescrizione. Mi scuso ma non posso precisare altro, ma confido nei suoi mezzi di indagine.
Paolo Ciacci - Perugia
Ps: Altri due iscritti al Circolo del Tavernello: io e mia moglie Anna Maria. Poi le mie due figlie, spero per loro.
Vede, caro Ciacci, tra «condannato» e «ritenuto colpevole» ce ne passa più che fra Rosy Bindi e Jennifer Lopez (nel senso che luna fa politica, laltra il cinema. Beninteso). Solo nella patria del diritto e degli azzeccagarbugli, delle sentenze «creative» e dei fascicoli giudiziari modello 9529 si assolve un imputato dando però a intendere che sia condannato. È ciò che risulta dalla sentenza del 2 maggio 2003 della Corte dappello di Palermo in forza della quale Giulio Andreotti venne assolto dallaccusa di associazione mafiosa mossagli da Giancarlo Caselli. As-sol-to. Nel dispositivo, la Corte dappello ha voluto però aggiungere che pur essendo ininfluente (in quanto prescritto) ai fini della sentenza, il reato era «concretamente ravvisabile» a carico dellimputato fino alla primavera del 1980. Chiosa che risulta bastante sia al magistrato Caselli sia al giornalista Travaglio per affermare che Andreotti è colpevole di associazione per delinquere. Vien da chiedersi: ci sono o ci fanno? A parte il fatto che in italiano «ravvisare» non significa riconoscere con precisione o determinare in modo univoco, la ravvisabilità, ancorché concreta, attiene allaccusa e alle sue tesi. Tesi che vanno discusse in aula e sottoposte infine al vaglio della Corte. Se è per questo Caselli riteneva «concretamente ravvisabile» - se non addirittura certa - anche lassociazione di Giulio Andreotti a Cosa nostra. Però si sbagliava e della grossa, tantè vero che il giudice ha assolto limputato. Insomma, caro Ciacci: per giudicare colpevole un cittadino bisogna che ci sia una sentenza di condanna. Se manca, il cittadino è e resta innocente. I sospetti, le congetture, le insinuazioni e i ravvisamenti stanno a zero. Questo in un Paese libero e democratico. Capisco che a Caselli e a Travaglio ciò non vada giù, ma devono farsene una ragione: in nome del popolo italiano il Tribunale ha assolto Andreotti. As-sol-to. E giustizia è fatta.
Ps: da un po di tempo vi trascuro, voi soci del Circolo del Tavernello.
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