Una ragazzina con un grande carattere e un coraggio raro. Ma soprattutto animata da una straordinaria fame di libertà. Ad appena 14 anni Laura Dekker voleva fare il giro del mondo in solitaria e diventare così la velista da record più giovane della storia, ma un tribunale le aveva impedito l’impresa. Venerdì allora è scappata di casa, pronta a inseguire il suo sogno aggirando gli ostacoli della legge. Per tre giorni è aleggiato il mistero sulla scomparsa di questa ragazza olandese nata su una barca e disposta a tutto pur di entrare nel Guinness dei primati. Poi, nella tarda serata di ieri, i dubbi si sono sciolti, Laura è stata ritrovata sana e salva. Era salita su un aereo e aveva raggiunto i Caraibi: l’hanno rintracciata a Saint Maarten, un’isoletta delle Antille Olandesi.
Fin dall’inizio della vicenda gli inquirenti avevano escluso la pista della violenza o del rapimento. Conoscendo la determinazione di Laura, erano più propensi a credere che fosse partita per poter iniziare altrove la sua sfida all’oceano, visto che in patria glielo impedivano: la sua barca è ancora ormeggiata in porto, in Olanda. Il Tribunale dei minori di Utrecht aveva infatti stabilito che si trattasse di un’impresa troppo rischiosa per una minorenne, che oltre tutto se fosse partita avrebbe mancato ai suoi obblighi scolastici.
La polizia in verità considerava più probabile un’altra meta. Aveva allertato tutti gli aeroporti dei Paesi vicini, nel timore che Laura volesse raggiungere la Nuova Zelanda. La ragazza infatti possiede anche un passaporto di quel remotissimo Paese, perché è nata in acque neozelandesi sulla barca a vela dei genitori che in quel 1995 stavano facendo il giro del mondo, durato in tutto sette anni.
A rendere più concreta l’ipotesi di una fuga in un altro continente c’era anche un prelievo di 3.500 euro dal conto di Laura qualche giorno fa. E una lettera che avrebbe scritto al padre, con cui vive dopo la separazione dei genitori, che è un grande sostenitore del suo progetto. E proprio sul padre si erano puntati gli occhi degli inquirenti: il genitore aveva detto di non avere idea di dove fosse la figlia, ma la polizia voleva vederci chiaro, perché secondo i servizi sociali poteva essere stato proprio lui a incoraggiare la ragazza. E magari a coprirne la fuga.
Gli assistenti sociali seguono la vicenda fin dallo scorso settembre, quando il padre di Laura, Dick, lui stesso in mare sulla sua barca a vela dall’età di dodici anni, aveva chiesto un permesso alla scuola che permettesse alla giovane skipper di fare il giro del mondo e seguire i corsi via internet dalla cabina della sua barca a vela. Anche la madre di Laura aveva qualche riserva, ma pareva disposta ad assecondare la determinazione della figlia.
Venne quindi chiesto il pronunciamento del Tribunale, che infranse i sogni di Laura mandando la giovane su tutte le furie e lasciò a bocca asciutta il padre, che già aveva firmato lucrosi contratti di sponsorizzazione e di sfruttamento dell’immagine della baby velista. Laura, giunta in segreto alle Antille, era pronta a ridar vita a tutto questo. Ma ancora una volta è stata fermata all’ultimo momento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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