Parigi«Sono tutti fotomontaggi» risponde a Parigi Alessandro Benetton agli sguardi esterrefatti di chi osserva le foto della nuova campagna mondiale di comunicazione United Colors of Benetton. Hanno appena srotolato la gigantografia su Ponte Castel Sant'Angelo, a due passi da San Pietro, del più trasgressivo di quei fotomontaggi, quello dove papa Ratzinger bacia appassionatamente l'unico personaggio che per i musulmani abbia lo stesso peso, Mohamed el-Tayeb, l'Imam della moschea di Al Azhar al Cairo, il più importante centro di studi islamico sunnita al mondo. E subito dopo si scatena linferno. Lo scopo del progetto, almeno nelle intenzioni, era invitare i leader e gli abitanti del pianeta terra a combattere la cultura dell'odio per cui al posto del solito claim pubblicitario c'è la parola «UNHATE», un sottile neologismo traducibile grosso modo con «non odiare». Per questo cè Obama che bacia il leader cinese Hu Jintao, e poi la Merkel e Sarkozy, il primo ministro israeliano Netanyau e il presidente palestinese Abbas.
Ma sul Papa non si scherza, quei manifesti superano il segno e il Vaticano scende in campo con toni durissimi, che non si ricordavano da tempo: «Bisogna esprimere una decisa protesta per un uso del tutto inaccettabile dellimmagine del Santo Padre, manipolata e strumentalizzata nel quadro di una campagna pubblicitaria con finalità commerciale - lintervento, testuale, di padre Lombardi -. Si tratta di una grave mancanza di rispetto per il Papa, di unoffesa dei sentimenti dei fedeli, di una dimostrazione evidente di come nellambito della pubblicità si possano violare le regole elementari del rispetto delle persone per attirare attenzione per mezzo della provocazione». Già messa giù così fa paura. Ma stavolta la Chiesa è decisa ad andare oltre: «La Segreteria di Stato sta vagliando i passi da fare presso le autorità competenti per garantire una giusta tutela del rispetto della figura del Santo Padre». Stavolta non porgiamo laltra guancia il messaggio chiaro e forte.
Preannunciato del resto dalle prime reazioni del mondo cattolico. «Questi di Benetton iniziano a diventare noiosi, pensano di essere intelligenti e dissacranti e invece sono solo stupidi e volgari» attacca il presidente dellUdc Rocco Buttiglione». E poi: «È una campagna che va immediatamente ritirata» propone lAssociazione di telespettatori cattolici, Aiart. E infine i Papaboys che senza mezzi termini invitano «i giovani a boicottare i prodotti» dellazienda veneta «fino a quando questa campagna non sarà sospesa e rimossa la pubblicità in tutte le sue forme».
Ed è così che finisce. Benetton decide di ritirare immediatamente la pubblicità e con essa loffesa al Santo Padre. «Ribadiamo che il senso di questa campagna è esclusivamente combattere la cultura dellodio in ogni sua forma - spiega un portavoce della Benetton - Siamo perciò dispiaciuti che lutilizzo dellimmagine del Papa e dellImam abbia così urtato la sensibilità dei fedeli. A conferma del nostro sentimento abbiamo deciso con effetto immediato di ritirare questa immagine da ogni pubblicazione». Così il bacio del Papa è durato meno di una giornata. Prevedibile visto che New York Times, l'International Herald Tribune ed Elle France avevano già rifiutato la campagna stampa per paura di ritorsioni legali.
Il manager però ancora non sa il finale della storia quando spiegando la campagna dice: «Il non odio è molto diverso dall'amore, rappresenta un obiettivo ambizioso ma in qualche modo raggiungibile come promuovere la pacifica comprensione delle ragioni altrui, la vicinanza tra popoli, fedi e culture diverse». Alessandro Benetton, vicepresidente esecutivo del Gruppo dal 2007, aria da ragazzo nonostante abbia 47 anni, tre figli e la stessa chioma brizzolata del suo celebre papà, spiegando di avere lo stesso consigliere di Richard Nixon e Gerald Ford, rivela poi di aver parlato della campagna pubblicitaria perfino con Henry Kissinger. «Lho conosciuto 10 anni fa, quando sono entrato nelladvisor board della Bosch. Ho la fortuna di poter chiedere consiglio a tante persone. Ma in ogni caso mi tengo il privilegio di avere una mia opinione».
Ci crede così tanto che proprio per promuovere questa riflessione il colosso di Ponzano Veneto (oltre due miliardi di Euro fatturati nel 2010) ha creato la Fondazione «UNHATE» che sta organizzando la raccolta di bossoli esplosi in diverse zone di guerra del mondo con cui far scolpire una gigantesca colomba della pace da donare a un paese dell'Africa appena uscito da un sanguinoso conflitto.
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