Badanti, una selezione per diventare "regolari"

Accordo siglato tra i ministri Maroni e Sacconi. Non si tratta di sanatoria generalizzata ma di "regolarizzazione selettiva". Il meccanismo previsto servirà a scartare le domande-truffa di chi vuol venire in Italia per altri scopi

Badanti, una selezione per diventare "regolari"

Roma - Più che uno di quei compromessi che si trovano a metà strada tra due posizioni contrapposte quello trovato ieri è un accordo sul rispetto delle regole. E cioè su un insieme di misure delle quali per ora si sa praticamente solo la definizione: «Regolarizzazione selettiva dei rapporti di lavoro domestici». Ma delle quali è chiaro il senso: evitare che cavilli e incertezze interpretative permettano a chi non ne ha diritto di rientrare nella sanatoria. La soluzione al nodo delle badanti è arrivata ieri pomeriggio, al termine di una giornata che sembrava essere ancora interlocutoria, ma che invece è stata sufficiente a mettere d’accordo il ministro dell’Interno Roberto Maroni e quello del Welfare Maurizio Sacconi.

Quest’ultimo in realtà ha svolto un ruolo di mediazione rispetto a chi nel governo si è subito schierato per una sanatoria a favore delle collaboratrici domestiche, cioè il sottosegretario Carlo Giovanardi. I dettagli sono ancora allo studio del dicastero di via Veneto, ma la sostanza è che la regolarizzazione per colf e badanti non potrà essere generalizzata.

La principale obiezione della Lega Nord alla sanatoria per regolarizzare le collaboratrici che contribuiscono al benessere delle famiglie è infatti il rischio che ci rientrino anche gli immigrati che non fanno assistenza. La soluzione trovata consiste nel selezionare i datori. Quelli stranieri dovranno essere lungo-soggiornanti. In sostanza non sarà possibile per gli immigrati appena arrivati chiamare altri connazionali sfruttando la sanatoria. Le loro domande saranno bocciate.

La regolarizzazione selettiva comprende quindi la possibilità che le colf o le badanti assunte da stranieri siano anche italiane. Le norme dovrebbero entrare in vigore a partire da settembre, probabilmente inserite in un decreto. Non nel classico decreto flussi; più probabile un provvedimento ad hoc. La regolarizzazione comporterà un costo per i datori.

Dettagli comunque da definire. Il dato politico la maggioranza ha trovato la quadra in tempi brevissimi. E probabilmente un peso nell’accelerare l’intesa lo hanno avuto anche le iniziative bipartisan che negli ultimi due giorni stavano spuntando in Parlamento. Mercoledì l’emendamento al Ddl anticrisi firmato anche da deputati vicini a Gianfranco Fini, suscitando le ire di diversi esponenti del Popolo della libertà. Ieri l’iniziativa di senatori, in particolare radicali, che chiedono la regolarizzazione di 360mila lavoratori rimasti esclusi dai decreti flussi 2007 e 2008.

Le iniziative bipartisan hanno destato non poche preoccupazioni. E sono subito state bersagliate dalle critiche della Lega nord, ma anche da esponenti del Pdl che hanno auspicato la fine di ogni «trasversalismo».

«Ribadisco che non sarebbe davvero accettabile un passo indietro che realizzasse una sanatoria generalizzata di colf e badanti», ha detto Gregorio Fontana, invitando i colleghi parlamentari a evitare «iniziative estemporanee, assunte anche in buona fede per risolvere questa situazione, se non coordinate, rischiano addirittura di complicare ulteriormente le cose dal punto di vista pratico e politico».


I paletti li aveva piantati mercoledì il ministro ai Rapporti con il Parlamento Elio Vito. Regolarizzazione selettiva, ma anche rispetto delle leggi. E quindi rispetto del contratto di lavoro, il versamento di ogni tipo di contributi previsti per legge, l’assenza di pendenze giudiziarie.

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