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Bagdad, ultime ore per trovare l’intesa sulla Costituzione

Federalismo e Islam i nodi da sciogliere. Ma l’ambasciatore Usa è ottimista

da Bagdad

L’obiettivo è giungere oggi alla presentazione del testo della nuova Costituzione irachena. Per tagliare il traguardo i colloqui e gli incontri tra i rappresentanti sciiti, sunniti e curdi si sono fatti sempre più frenetici nelle ultime ore. Il presidente del Parlamento di Bagdad, Hajem al Hassan, ha convocato per le 18 (le 16 in Italia) una riunione dell’Assemblea nazionale, che ha come ordine del giorno proprio la bozza della Carta. E se da una parte il negoziatore sunnita Saleh al-Motlak teme che il fatidico appuntamento possa slittare ancora, scompaginando l’agenda dei leader politici iracheni, una buona dose di ottimismo arriva dall’ambasciatore americano in Irak, Zalmay Khalilzad: «Gli iracheni mi dicono che possono finire e che finiranno entro domani (oggi, ndr). Ci sono ovviamente alternative, se ne avessero bisogno, ma a questo punto le mie informazioni sono che intendono finire per domani». Le questioni ancora più controverse restano il federalismo (al quale sono contrari i sunniti e favorevoli gli sciiti, che hanno chiesto l’autogoverno regionale) e il ruolo dell’Islam nel futuro ordinamento giuridico del Paese (gli sciiti vogliono che sia preponderante mentre i curdi chiedono che la sharia sia una fonte del diritto ma non la sola. Washington preme perché l’Irak mantenga una carattere laico).
Il rappresentante americano in Irak, Khalilzad, ha sottolineato l’importanza di arrivare alla firma entro oggi: «Solo in questo modo sarà possibile tagliare il sostegno a buona parte della ribellione armata».
Ma ieri per i militari americani di stanza nel Paese è stata un’altra giornata di tristi bilanci: tre soldati Usa sono stati uccisi e uno ferito venerdì dall’esplosione di una bomba a Tuz, 180 chilometri a nord di Bagdad. Un quarto soldato è morto ieri, sempre a causa di un’autobomba esplosa al passaggio di una pattuglia statunitense nella capitale. Una quinta vittima sarebbe rimasta uccisa nell’ovest del Paese e infine resta ancora avvolta nel mistero la morte di un sesto soldato, trovato cadavere venerdì a Bagdad, forse colpito dal fuoco amico o addirittura suicidatosi. Il bilancio delle perdite americane, dopo i fatti delle ultime ore, è salito così a 1.850.

Le cifre ufficiali verranno aggiornate solo oggi.

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