Bagnasco: "No a chi nega vita e famiglia E aumentare i salari"

Il presidente della Cei: "La Chiesa non si schiera, per facilitare un clima sereno". Ma indica le priorità: "Preferire chi difende i valori cristiani. Famiglia, vita e la possibilità per tutti di arrivare alla fine del mese"

Bagnasco: "No a chi 
nega vita e famiglia 
E aumentare i salari"

Roma - No ai politici che negano i valori cristiani. Questo il messaggio pre-elettoral del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei. I cattolici italiani sono chiamati a "fronteggiare, con determinazione e chiarezza di intenti, il rischio di scelte politiche e legislative che contraddicono fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell’essere umano, in particolare riguardo alla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, e alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, evitando di introdurre nell’ordinamento pubblico altre forme di unione che contribuirebbero a destabilizzarla, oscurando il suo carattere peculiare e il suo insostituibile ruolo sociale". Lo afferma il Bagnasco nella prolusione al consiglio episcopale permanente citando il discorso di Benedetto XVI al convegno ecclesiale nazionale di Verona. "È alla luce di questi valori fondamentali - spiega Bagnasco in riferimento alle prossime elezioni - che ognuno è chiamato a discernere, poiché si tratta di valori che costituiscono da sempre l’essere stesso della persona umana".

Non si schiera In vista delle prossime elezioni politiche i vescovi italiani confermano "la linea di non coinvolgimento, come Chiesa, e dunque come clero e come organismi ecclesiali, in alcuna scelta di schieramento politico o di partito". Lo ribadisce il presidente della Cei. "Questo non coinvolgimento - chiarisce - è, a ben guardare, il contrario del disinteresse e del disimpegno, ma è un contributo concreto alla serenità del clima, al discernimento meno distratto, alla concordia degli animi".

Nessuno scandalo "Non deve destare meraviglia o scandalo se la Chiesa ribadisce i valori morali che scaturiscono dalla fede cristiana, e che spesso sono scoperta anche della ragione". Nella sua prolusione, Bagnasco ricorda che anche il Concilio Vaticano II aveva elencato i valori "non negoziabili" denunciando i rischi che "minano il bene costitutivo della persona, ossia tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l’aborto, l’eutanasia e lo stesso suicidio volontario; tutto ciò che viola l’integrità della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla mente, gli sforzi per violentare l’intimo dello spirito; tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni disumane di vita, le incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di lavoro; tutte queste cose, e altre simili, sono certamente da riprovare e mentre guastano la civiltà umana, ancor più inquinano sia coloro che così si comportano, che quelli che le subiscono".

Famiglia "In questa medesima linea - rileva il cardinale - il Concilio ha diffusamente parlato del bene fondamentale e ineguagliabile della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna" così come "ha parlato dell’educazione e della sua estrema importanza e della libertà che essa invoca".

Problemi economici "Le attese più urgenti e i problemi indilazionabili che la popolazione avverte con crescente disagio e per i quali attende risposte credibili, concrete e rapide" riguardano prima di tutto il "problema della spesa", cioè la difficoltà delle famiglie ad arrivare alla fine del mese.

Per questo Bagnasco rivolge "una parola pacata e serena a quanti saranno eletti nel Parlamento della XVI legislatura: all’indomani del voto ci sia una spinta convergente, nel rispetto dei ruoli che il corpo elettorale vorrà assegnare, per affrontare realmente queste situazioni, stando al largo dalle strumentalità e dalle speculazioni, per dare un miglioramento effettivo alle condizioni di vita della parte più consistente della popolazione".

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