Bagno di folla in centro e aperitivo da Peck a un anno dall’attentato

Berlusconi a Milano. Il premier prima spunta a sorpresa in via Torino con i militanti poi viene accolto dalla gente nella storica gastronomia milanese

Via Spadari non è mai stata così gremita il sabato mattina. E forse Peck non ha mai avuto così tanti spettatori in vetrina. Fuori dalle vetrate addobbate per il Natale la folla inneggia «Bravo! Non mollare!», le bandiere bianche e azzurre sventolano, flash e sciure che si danno di gomito. Ormai i giochi sono fatti: chi è dentro è dentro, chi è fuori deve rimanere al di là della porta. Nel tempio della gastronomia milanese c’è il premier. Una visita improvvisata «al simbolo del Natale milanese e della capacità imprenditoriale lombarda», che ha colto di sorpresa, «una piacevole sorpresa» i fratelli Stoppani. È una splendida giornata di sole, nessuna nuvola proietta ombre su piazza Duomo, quella piazza che esattamente un anno fa - era il 13 dicembre - fece da scenario all’aggressione di Massimo Tartaglia.
Il presidente, accompagnato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, il ministro del Turismo e presidente dei Promotori della Libertà Michela Vittoria Brambilla, il presidente della Provincia Guido Podestà, l’europarlamentare PdL Licia Ronzulli, l’assessore lombardo al Commercio Stefano Maullu e la consigliera regionale Nicole Minetti, ha salutato il clienti del Fauchon milanese, poi è stato accolto da Lino Stoppani. «Abbiamo parlato del Natale e delle nostre famiglie, entrambe molto ampie - racconta Stoppani -, il presidente ha parlato del suo nipotino, dicendo che ha già grandi conoscenze gastronomiche e che scherzando ordina al nonno gli spaghetti». Il cavaliere, sorridente e di buon umore, ha preso un aperitivo assaggiando alcune «chicche» di via Spadari: parmigiano reggiano stagionato, prosciutto crudo e bresaola. «Il presidente ha voluto conoscere la storia della nostra azienda, non era mai venuto da noi, ma ci conosceva perchè suo padre che lavorava alla banca Rasini di piazza Mercanti veniva spesso qui». Durante la sua visita di circa mezz’ora Berlusconi ha poi spiegato che «bisognerebbe modernizzare il paese bloccato dalla burocrazia, diversamente dagli altri paesi, dove il confronto politico non è così aspro».
Uscendo da Peck, il presidente, che in piazza santa Maria Beltrade ha firmato al gazebo del Pdl per dare la fiducia al governo, ha confortato fans, milanesi, passanti e militanti: «Abbiate fiducia. L’Italia non sta male e andrà sempre meglio. Buon Natale a tutti, vi auguro di poter realizzare i sogni e i progetti che avete per voi e per i vostri cari».
Intorno a lui la gente ha interrotto commissioni, acquisti, chiacchiere per ascoltare il discorso in piazza Santa Maria Beltrade alle 11,30 e accompagnarlo da via Torino a via Spadari. «Silvio tieni duro!» «Non mollare!» si sente gridare mentre il cavaliere si avvicina al palco. «La firma al gazebo è un’operazione di amore e di verità per difendere il nostro governo e il voto che ci hanno dato gli italiani. Penso che martedì la fiducia ci sarà alla Camera - spiega - ma i numeri saranno inferiori al passato.

Quindi sarà più difficile governare e approvare in parlamento le leggi proposte dal governo, ma io credo che andremo avanti lo stesso. Lunedì chi è stato eletto sotto il simbolo Pdl dovrà fare una riflessione profonda se vale la pena tradire il mandato ricevuto dagli elettori e di consegnare l’Italia a una crisi che sarebbe di nocumento a tutti».

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