da Milano
Mario Baldassarri, presidente della Commissione Finanze del Senato, ha avuto come maestri tre Nobel per leconomia come Paul Samuelson, Robert Solow e Franco Modigliani. Tanto per chiarire che il senatore non ha certo una visione italocentrica delleconomia e il suo è un approccio ai problemi tanto accademico quanto pragmatico. E infatti. Linflazione al galoppo, lallarme sociale montante, i carrelli della spesa sempre meno pieni non hanno come unici responsabili i soliti noti, ovvero i rincari del petrolio e dei generi alimentari. Meglio spostare il mirino su Francoforte, in particolare sui piani alti della torre che ospita la Bce, «ottusa e masochista» nel sostenere una politica monetaria che strozza la ripresa senza riuscire a curare la febbre da prezzi. Baldassarri gioca perfino la carta del paradosso: «Se la Bce vuole davvero stroncare linflazione, allora deve alzare i tassi e lasciare che leuro tocchi 1,90 dollari».
Senatore, proprio Trichet, il paladino anti-inflazione, sarebbe insomma tra i responsabili di quanto sta accadendo...
«Sono i fatti a smentire clamorosamente listituto centrale, che ha più volte giustificato la rigidità della politica monetaria con lurgenza di tenere sotto controllo i prezzi. Da anni dico che è pura follia, perché uninflazione da costi, come quella attuale, non si può arginare con i tassi».
Lobiezione è però facile: con tassi più bassi linflazione sarebbe ora forse al 5-6%.
«Non è vero, perché gli incrementi di produttività avrebbero compensato le spinte inflazionistiche. In ogni caso, va ricordato che lEuropa ha soprattutto un problema di bassa crescita e che ogni 10 centesimi di rafforzamento delleuro sul dollaro corrispondono a mezzo punto in meno di crescita del Prodotto interno lordo. Quanto allinflazione, per fortuna cè la Cina, che con politiche di dumping fa da calmiere».
La Bce, rivendicando la propria autonomia, ricorda che il mandato prevede soltanto il controllo dellinflazione, e non il sostegno alla crescita.
«Lo sappiamo, ma questa è unimpostazione che andava bene dopo la Repubblica di Weimar, quando un chilo di insalata costava tre miliardi di marchi. Oggi, da parte della Banca centrale, cè bisogno di una conduzione intelligente, più elastica. Come quella della Federal Reserve. Quando lUnione europea parla di crescita, indica lobiettivo di unespansione attorno al 2%. Per gli Stati Uniti, questa percentuale equivale alla recessione. Negli ultimi 10 anni, infatti, il Pil Usa è aumentato tra il 2 e il 4%, quello europeo tra 0 e 1,7%. Cè qualcosa che non torna».
Bruxelles può far qualcosa per combattere linflazione?
«Può affrontare il cuore del problema, ovvero le concentrazioni oligopolistiche, occupandosi seriamente di antitrust. Lex ministro Bersani, arrivò invece ad attaccare i benzinai, dimenticando che il loro margine è di tre centesimi il litro, contro i 75 dei petroliferi e i 75 che incassa lo Stato».
I sindacati propongono di aumentare salari e pensioni, come cura anti-prezzi.
«Bravi, così si innesca una spirale prezzi-salari.
I consumatori propongono invece il blocco delle tariffe dellenergia.
«Il ricorso ai prezzi amministrati, unaltra bella idea. Da Unione sovietica».
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