«Chiedo scusa a tutti» e avanti con un elenco interminabile di persone, società, tifosi e chi più ne ha più ne metta. Silvio Baldini ci ha pensato su per un’intera giornata e poi ieri sera, a Gradisca d’Isonzo dove è in ritiro con la squadra per la partita di coppa Italia con la Triestina, ha recitato il mea culpa. Scuse al mondo intero, ma non a Domenico Di Carlo, il tecnico del Parma destinatario di quella che diventerà una delle più famose «pedate» del nostro calcio.
«Non penso di dover chiedere scusa a Di Carlo, sarei un ipocrita a farlo», le parole del tecnico di Massa che nel gennaio 2004, in qualità di allenatore del Palermo, si era distinto per una polemica verbale col presidente Zamparini che non ci aveva pensato troppo per licenziarlo. «Il mio non è stato un gesto violento. Tutto quello che è successo è nato da una provocazione che tutti hanno visto. Stavo soltando parlando con i miei giocatori e avrei dovuto ignorare Di Carlo. Si, ho sbagliato, perchè le persone maleducate andrebbero ignorate, ma poi in quel momento ha prevalso l’istinto e non ce l’ho fatta più. Dovrebbe invece essere lui a chiedere scusa per quanto ha detto nel dopopartita al presidente Pulvirenti e, se lo facesse, sarei pronto ad accettare un chiarimento con lui».
Chiusura totale dunque nei confronti dell’allenatore del Parma, definito «provocatore e maleducato» (qualche parola di troppo deve essergli sfuggita, ma è un fatto all’ordine del giorno durante una partita) e nessuna possibilità, almeno per ora, di un riavvicinamento tra i due. Baldini, che filosofeggia, legge Kant e odia la Divina Commedia, si diverte a sparare ai tordi nei boschi, ha fatto poi ammenda con il presidente catanese Pulvirenti («che mi ha capito»), i compagni, la città di Catania («dopo i fatti del 2 febbraio il mio comportamento è ancora più condannabile»), i tifosi rossoblu e anche quelli del Parma («li rispetto perchè mi hanno sempre trattato bene») e la stessa città emiliana. Ma soprattutto si è scusato con chi è impegnato nel sociale. «É a insegnanti, educatori, alle persone impegnate nel sociale e nelle carceri che chiedo scusa per quello che ho fatto, perchè io sono un personaggio pubblico, ma non bisogna dimenticare il contesto», continua Baldini. «Io non ho detto alcuna parola all’indirizzo dei giocatori del Parma o alla loro panchina. Si è trattato di una provocazione».
Un duro rimprovero gli arriva anche dalla vedova dell’ispettore Raciti, Marisa Grasso che domenica sarà allo stadio per assistere al ritorno del Catania al Massimino: «Gli allenatori devono essere i primi educatori». Baldini incassa e replica invece a Pippo Baudo che ha chiesto il suo allontanamento dal Catania: «Ha dichiarato di essere preoccupato per l’educazione dei miei figli? Farebbe bene a guardare in casa propria. Mi è comunque simpatico, sono cresciuto guardando i suoi programmi e gli risponderò con una lettera». Baldini sulla graticola, dunque e oggi il giudice sportivo Gianpaolo Tosel lo sospenderà per almeno un mese. «Io non mi dò nessuna punizione, il giudice deciderà in base al referto arbitrale quello che è giusto che mi venga dato», il commento sereno di Baldini. La stessa serenità e consapevolezza dimostrate dal presidente Antonio Pulvirenti che stigmatizza il comportamento dell’allenatore, ma non lo scarica. «Qui l’immagine del Catania non c’entra e non va tirato in ballo nemmeno quello che è successo il 2 febbraio con l’omicidio Raciti. Sono due cose diverse: quello è stato un episodio tragico causato da una minoranza di teppisti, qui invece c’è la reazione sbagliata di un uomo provocato», le parole del saggio Pulvirenti. «Abbiamo regole precise in società, chi sbaglia paga. E Baldini si prenderà una pesante multa per il brutto gesto, anche se ha l’attenuante della provocazione. E poi ricordiamoci dell’episodio Zidane-Materazzi e non criminalizziamolo».
Pulvirenti getta dunque acqua sul fuoco e vuole spegnere le polemiche: «Non ho mai pensato di cacciarlo, tutti possono sbagliare. E poi Baldini ha grandi valori morali, è un uomo colto, sensibile e intelligente.
Dopo la gara ho scambiato con lui due battute e ho capito il travaglio che aveva dentro. Dal giudice sportivo mi aspetto solo una sanzione pecuniaria, anche perchè è stata sufficiente la gogna mediatica cui è stato sottoposto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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