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Balotelli non convocato, la famiglia si ribella

Mario Balotelli non è convocato per la trasferta di Catania. E non c’entrano le ore piccole in settimana. Sotto gli occhi del presidente Massimo Moratti durante l’allenamento di ieri mattina, avrebbe avvertito un fastidio al ginocchio destro e abbandonato la Pinetina con una vistosa borsa del ghiaccio. Condizionale d’obbligo dopo la doppia versione sul virus intestinale che lo avrebbe debilitato durante Inter-Genoa e sul quale la famiglia di Supermario è intervenuta ad alzo zero: «L’entourage di Balotelli non piace a qualcuno? - dice il fratello Corrado -. Basta mettere Mario in mezzo a beghe di condominio alle quali è estraneo. Ora si è superato il limite. A noi interessa solo il suo bene e lui è orgoglioso di avere un team di professionisti che lo assiste, Mino Raiola come agente e l’avvocato Vittorio Rigo sul piano legale». Raiola agente di Ibrahimovic, tagliato senza rimpianti da Moratti che lasciò anche Maxwell al Barça pur di non rivederlo più. Brutto segnale, ambiente gonfio. La presenza di Moratti ad Appiano, a cui non sono mai piaciuti questi giri da retrobottega, è un segnale di impazienza, la più stupida delle questioni qui continua a trasformarsi in un pasticcio poco serio.
A Catania comunque c’è Santon, coppia centrale da decidere fra Lucio, Cordoba e Materazzi, rientra dalla squalifica Cambiasso e l’Inter torna al rombo di centrocampo con l’incognita Sneijder diffidato, davanti Eto’o e Milito. Ultima gara dalla tribuna per Josè Mourinho in cima alle rinnovate ambizioni di Florentino Perez, almeno secondo lo scontato Times. Più intrigante, e non del Times, una seconda pista che porterebbe Mourinho a Manchester, sponda City di Mancini. Il tecnico di Jesi ha un contratto di sei mesi con opzione per le prossime due stagioni. Mourinho sarebbe stato contattato dagli sceicchi del City con l’allettante prospettiva di ritrovarsi Ibrahimovic che a Barcellona danno in rottura totale. Mica male. In realtà i rapporti fra Mourinho e Moratti sono al massimo storico.

Il presidente si è legato a doppia mandata al suo allenatore e Josè sta lavorando solo per il futuro del club.

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