Laura Cesaretti
da Roma
Dopo due giorni di silenzio durante i quali lUnione ha «tentato il suicidio», come dice Clemente Mastella, immergendosi in un scontro fratricida su banche, affari e questione morale, Romano Prodi ha detto la sua. Ripetendo e indurendo la sua posizione già nota su Antonio Fazio: «O il governatore dà una spiegazione esauriente al mondo politico e allopinione pubblica oppure si trova in una situazione veramente difficile». E toccando solo di striscio la materia rovente che ha scatenato la guerra tra Ds e Margherita ala prodiana. Alla domanda se vi sia un rischio di eccessiva commistione tra politica ed economia, il Professore dichiara: «Credo che questo rischio ci sia», e spiega che proprio per questo «abbiamo bisogno di autorità più forti, indipendenti e che diano garanzie ai cittadini e sorveglino lapplicazione della legge nel campo economico e della concorrenza». E su questo, assicura, lui e i partiti dellUnione «siamo estremamente decisi, e lo siamo tutti insieme».
Ieri il partito della Quercia ha più volte sollecitato un chiarimento dal leader. Una presa di distanza che facesse comprendere che Parisi, nel suo virulento attacco dalle colonne del Corsera contro gli alleati per le partite Rai e banche, non ha «vomitato quel che Prodi ha sullo stomaco», come ha scritto con efficace quanto colorita metafora Emanuele Macaluso. Invece, per tutta la giornata, sono arrivate nuove bordate dai prodiani della Margherita, con Santagata, Monaco e Mantini che attaccavano il neopresidente Rai Petruccioli, accusandolo in pratica di essersi messo daccordo con Berlusconi per la nomina di Meocci a direttore generale. Certo, ufficialmente gli esponenti della Quercia si affannavano a sottolineare che Parisi e Prodi sono ormai da considerare due entità distinte, e non più automaticamente «killer e mandante», come sintetizza un esponente della Quercia. «Parlare di ispiratori non fa parte di un confronto politico rispettoso: con Prodi non ci sono problemi», giura Vannino Chiti, «ma nessuno si faccia venire in mente di scatenare competizioni feroci». E altrettanto fa unaltra fida fassiniana, Marina Sereni, che si incarica di bacchettare quei ds che erano partiti a testa bassa contro Prodi: «Un conto è la polemica dura, il confronto serrato. Ma da ciò non discende nulla che possa riguardare il nostro sostegno a Prodi per le primarie».
E però la partita è tuttaltro che chiusa, anche se si cerca di attutire lo scontro. Ieri mattina ci si è messo anche il quotidiano della Margherita rutelliana, Europa, ad attizzarlo con un editoriale tuttaltro che tenero con i Ds nel quale si prendevano addirittura le difese del detestato Parisi, oggetto di «attacchi scomposti» che dimostrano «linsofferenza verso le tante critiche che vengono rivolte allattivismo finanziario di alcune casseforti della sinistra. Visto che il vero bersaglio dellinsofferenza diessina è Prodi, sarà bene essere espliciti». Anche perché il Professore «ha dichiarato di voler riempire con regole nuove e moderne lo spazio grigio nel quale si muovono i raider dogni colore e i controllori distratti o partigiani. Speriamo che non sia questa prospettiva a spaventare i diessini». La sensazione, nella Quercia, è che in realtà Prodi e Rutelli, divisi da molte cose, stiano invece giocando di sponda mentre i Ds si sentono al centro di un attacco: «Cè una nuova ondata giustizialista, e un tentativo di ridimensionare la sinistra da parte di ambienti che si sono convinti che lUnione vincerà le elezioni», dice Peppino Caldarola. Rutelli, che agli occhi della Quercia «sta tentando di posizionarsi come garante del salotto buono della borghesia finanziaria», ha attaccato a testa bassa loperazione Unipol-Bnl, che per il centro dellUnione rischia di diventare un nuovo polo finanziario di prima grandezza nellorbita dinfluenza dalemiana. E Prodi non si è certo dissociato. Ma sospetti più silenziosi si appuntano pure sulla clamorosa «Yalta» tra De Benedetti e Berlusconi: «Le reazioni dei ds sono state molto soft», si fa osservare, «e qualcuno potrebbe pensare che ci sia una sorta di tacita benedizione allaccordo tra due protagonisti della prossima stagione economica italiana... ». E intanto, forse per serrare le fila davanti al nemico comune, in casa ds si ricuce lo scontro interno tra filo-Mps e filo-Coop.
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