Londra - Dai lavori del G20 finanziario a Londra emergono le prima intese e i primi approfondimenti del confronto sui temi del bibattito legato alla crisi economica, agli aiuti pubblici, ai bonus ai banchieri e sulla exit strategy. Il premier britannico Gordon Brown che ha invitato i partner a non diminuire la spesa pubblica e gli stimoli a sostegno della ripresa "fino a quando l’economia globale non avrà mostrato chiari segni di ripresa".
Limiti ai bonus per i banchieri Il Gruppo dei Venti ha raggiunto un accordo riguardo ad alcuni limiti da porre alle retribuzioni dei banchieri. Lo riferisce una fonte del G7, confermata, poi dal testo della bozza del comunicato visionata da Reuters. Il documento in discussione conterrebbe anche, come previsto alla vigilia, una promessa dei Venti a mantenere le misure di stimolo per l’economia. "Ci dovrebbe essere un insieme di regole che saranno implementate attraverso il Financial stability board (Fsb) sulla struttura dei compensi ai manager delle banche, inclusi un sistema di recupero e un obbligo di trasparenza" ha riferito la fonte. Il recupero dovrebbe scattare sui bonus dei banchieri in caso di cattivo andamento della banca, mentre gli istituti creditizi sarebbero obbligati a rendere pubblici i compensi pagati ai dirigenti. Niente tetto ai bonus, invece, almeno per ora, dal momento che la proposta francese su questo punto ha trovato la forte opposizione della Gran Bretagna. Il punto sarà oggetto di studio da parte del Financial stability board, secondo quanto contenuto nella bozza del comunicato. Il documento non fornisce dettagli sulla riforma del Fondo monetario, ma indica che ci si attende di realizzare un "progresso sostanziale" su questo tema in occasione del summit dei capi di Stato e di governo dei Venti a Pittsburgh a fine mese.
Tremonti: le banche non possono comandare i governi Il dibattito sui bonus dei banchieri "serve a dare un messaggio più generale: non è possibile che le banche comandino sui governi e sulla politica": lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti al Tg1, a margine del G20 finanziario di Londra. "Non ha senso - ha insistito Tremonti - che le banche siano più grandi dei governi stessi, tanto che poi quando hanno problemi questi diventano anche problemi dei governi. Le banche devono essere al servizio della gente, non la gente al servizio delle banche". Per il ministro non concedono sufficiente liquidità alle imprese, e questo è un problema anche italiano: "Le banche hanno raccolto molti fondi pubblici, soprattutto all’estero, ma non danno sufficiente liquidità alle imprese. Hanno in mente i loro bilanci, e non il bilancio d’insieme. È un problema anche italiano". Tremonti ha poi osservato: "Noi abbiamo un’economia fatta di piccole e medie imprese e un eccesso di concentrazione in banche che hanno una dimensione industriale e vedono troppo poco il territorio, le famiglie, gli imprenditori e le persone. Questo è un altro punto che va risolto. Questa dimensione - ha aggiunto - non sempre si adatta alle dimensioni della nostra economia e alle piccole e medie imprese". Poi il ministro aggiunge che i Tremonti-Bond non sono stati "imposti dal governo" ma li hanno "chiesti le banche", spiegando come siano strumenti "che non servono alle banche ma alle imprese". A chi gli ricordava come molti istituti di credito valutino ora di non servirsene anche a causa dei costi, Tremonti ha replicato: "Non sono strumenti di debito ma di patrimonio" e, in ogni caso, "non servono alle banche ma alle imprese". Con una notazione sul ruolo degli istituti di credito: "Una banca non è un’industria qualunque, che fa scarpe o vasche da bagno, ma ha una funzione pubblica".
Exit strategy Il ministro dell'Economia ha anche spiegato che il ritiro del sostegno pubblico all’economia attraverso i bilanci sarà "coordinato tra i governi
così come sono state coordinate le strategie per fronteggiare la crisi. Valuteremo
come e quando agire". Come all’inizio
della crisi, ha spiegato Tremonti, l’Ue intende muoversi insieme anche per quanto riguarda la exit strategy. "A
Bruxelles - ha spiegato - abbiamo deciso una strategia organica e comune. Abbiamo deciso di coordinarci
sempre su tutto".
Il
G20 lavorerà insieme al Fondo Monetario Internazionale e al Financial Stability Board allo sviluppo e al
coordinamento delle strategie di uscita dai piani anticrisi. È quanto si legge infatti nella bozza del comunicato finale del
vertice. Il G20 si impegna inoltre a ritirare le misure di stimolo in modo "trasparente e credibile" una volta che la
ripresa si sarà consolidata.
Il governatore Draghi: le banche rafforzino il capitale Per il governatore della Banca d’Italia e presidente del Financial Stability Board, Mario Draghi, le "condizioni generali dell’economia stanno migliorando e quindi anche i profitti delle banche stanno migliorando", spiegando tuttavia, a margine del G20, che "le banche devono avere ben chiaro che molto, se non tutto, dipende dall’intervento dei governi e soprattutto delle banche centrali. Le cose sono migliorate, ma molto dipende dal fatto che le banche centrali hanno iniettato liquidità a basso costo". "Proprio per questi miglioramenti, le banche devono sapere che è un buon momento per rafforzare il capitale e devono averlo presente quando fanno operazioni di buy back o di dividendi o di remunerazioni, devono avere in mente che la priorità è usare questa opportunità per ricostruire il loro capitale". Per Draghi, poi, davanti ad un "miglioramento delle condizioni generali" nell’economia e nel sistema finanziario, occorre mantenere lo slancio e la volontà di portare avanti riforme, non è il momento di essere compiacenti".
Paradisi fiscali I paesi del G20 sono pronti ad imporre sanzioni ai paradisi fiscali a partire da marzo 2010. È quanto si legge nella "dichiarazione sul rafforzamento del sistema finanziario" diffusa al termine del vertice londinese.
Fmi, 500 miliardi Il Fondo monetario internazionale ha ottenuto i 500 miliardi di dollari già decisi dal G20 in aprile. Lo ha annunciato il direttore generale Dominique Strauss-Kahn.
Il numero uno del Fondo ha detto anche, al termine dell’incontro dei ministri delle finanze, che i leader mondiali stanno vedendo "la fine del tunnel". Per Strauss-Kahn ci sono "buoni progressi nella risoluzione dei problemi, incluso il bonus ai manager, ma ci vuole ancora del tempo perchè il problema si risolva in modo profondo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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