Il test di sopportabilità dei rischi, il cosi detto stress test, a cui sono state sottoposte, a cura delle autorità europee, 91 importanti banche ha messo in evidenza che per le cinque banche italiane non cè una criticità. Sono state promosse tutte. Ma con voti molto diversi fra le due maggiori, Intesa Sanpaolo e Unicredit, e le altre tre, che sono, nellordine, Ubi Banca, Banco Popolare e Monte dei Paschi di Siena. E fra queste tre cè una situazione differente, perché le prime due sono notevolmente sopra la sufficienza, mentre il Monte dei Paschi passa lesame con appena qualche frazione di punto sopra il minimo. I coefficienti patrimoniali primari (che misurano il rapporto fra mezzi propri di qualità elevata ed esposizioni finanziarie), i cosidetti Tier 1, delle due big, Intesa Sanpaolo e Unicredit, sono apparsi cospicui. E, dopo resi noti i dati dellanalisi, questa notizia ha consentito a questi due istituti di ottenere un notevole miglioramento di posizione nella graduatoria europea delle banche più importanti e più solide.
Alla prova del rischio di eventi negativi, per Intesa Sanpaolo, il Tier 1 è stato stimato per il 2011 nell8,2 per cento. Considerato che il limite di sicurezza è stato posto al 6% e che legalmente esso è il 4% (ma questultima percentuale durante la grande crisi finanziaria del 2007-2008 è apparsa inadeguata), questo gruppo bancario esce molto bene dallo stress test. Ha un 36% di riserve patrimoniali di qualità elevata in più di quelle minime che servirebbero per superare una nuova crisi finanziaria. Un giudizio simile vale per Unicredit che, allo stress test, nel 2011 presenta un Tier 1 di 7,8% che è del 30% superiore a quello minimo richiesto per passare lesame. Le due banche si trovano in questa situazione positiva perché hanno rafforzato i propri coefficienti patrimoniali mediante aumenti di capitale portati a termine sul mercato nel primo semestre di questanno. Banco Popolare, che ha avuto durante la crisi dei problemi e che per rafforzare il suo patrimonio è ricorso ai Tremonti bond, cioè ad obbligazioni pubbliche che valgono come capitale sociale, nella ipotesi di crisi nel 2011, ha un Tier del 7%, un punto sopra la sufficienza. Ciò comporta che esso è in zona di sicurezza.
E analogo discorso si deve fare per Banca Ubi, che sarebbe a quota 6,8%. Essa non ha fatto ricorso ai Tremonti bond, né (ancora) ad aumenti di capitale. La situazione del Monte dei Paschi di Siena, invece, non è altrettanto soddisfacente, in quanto, nel caso di una crisi, nel 2011 il suo Tier 1 sarebbe solo il 6,2%. Il livello della sufficienza è il 6% e questa banca lo consegue con un 3% in più del minimo. Ma la probabilità che si verifichino i gravi rischi, nellesame europeo, è stata posta al 5% mentre nellesame effettuato sulle banche Usa è stata ipotizzata al 15%. Con il criterio Usa, verosimilmente il Monte dei Paschi non avrebbe la sufficienza. Certamente lEuropa ha ora molte più reti di sicurezza di quelle degli Usa durante la crisi degli scorsi anni. E, soprattutto, una banca europea con problemi eventuali correrebbe rischi limitati, dato che lo stress test sul sistema bancario europeo ha messo in luce che esso è molto solido. Su 91 istituti solo 7 non hanno passato lesame. Quindi questo sistema avrebbe mezzi per intervenire a favore di una banca che avesse dei problemi. Ma ciò non toglie che i pessimisti esistano e possano valutare negativamente chi è appena sopra il 6%.
Banche, non tutte promosse a pieni voti
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