«Per le banche più capitale, con o senza i T-bond»

«Le banche devono avere un capitale adeguato», ma compito della Banca d’Italia è quello di verificare che «la base di capitale soddisfi tutti i requisiti regolamentari; poi si tratta delle scelte delle banche, che decidono anche in base ai loro parametri». Da Istanbul, Mario Draghi ritorna sulla questione dei «Tremonti bond» che le due principali banche italiane hanno deciso di non emettere, preferendo ricapitalizzarsi attraverso il mercato. Il governatore, nel corso di una conferenza stampa durante gli incontri del Fmi, ricorda che Bankitalia ha più volte esortato gli istituti di credito ad utilizzare i bond. In ogni caso, osserva, il compito del supervisore è di verificare che i requisiti di capitale siano soddisfacenti. «Gli istituti - aggiunge - dovrebbero approfittare del clima migliore per rafforzare la loro posizione».
Draghi conferma la sensazione, emersa nel corso dei primi giorni di incontri Fmi a Istanbul, che l’economia mondiale sia uscita dal periodo più difficile: «Il deterioramento si è arrestato. C’è un forte miglioramento - aggiunge - dovuto alla Cina e ai Paesi emergenti, ma la ripresa si presenta lenta, fragile e caratterizzata da forte incertezza, ad esempio per quanto riguarda l’occupazione». È un quadro «molto complesso, e non si presta all’individuazione di una tendenza chiara di crescita». E spiega che il sistema finanziario è più solido rispetto a cinque mesi fa, ma resta fragile perché c’è un forte bisogno di capitale mentre molte partire di bilancio restano immobilizzate.
Così come aveva fatto al G20 di Pittsburgh, Draghi ha informato ministri finanziari e banchieri presenti all’assemblea del Fondo monetario del lavoro fatto dal Financial Stability Forum, incaricato di mettere nero su bianco le nuove regole per la finanza. «Nei mesi recenti - spiega - nel settore finanziario privato sono emerse aspettative di un sistema regolatorio cambiato poco o nulla rispetto ai contorni precedenti alla crisi. Bisogna dissipare l’idea che dopo la crisi la finanza tornerà a funzionare come prima: il mondo è cambiato - avverte - e le nuove regole sono un punto cruciale». Alle banche Draghi dice che è prematuro preoccuparsi per un eccesso di regolamentazione: «Daremo il tempo per adattarsi, ma non c’è dubbio che il sistema che vogliamo ha meno leva, più capitale ed è immune dai perversi incentivi che hanno portato alla crisi. I buchi della regolamentazione - promette il governatore - saranno chiusi».
In Italia, dice ancora Draghi, il problema del tetto ai bonus e alle retribuzioni dei manager bancari è «relativamente contenuto» rispetto a quanto accade nel mondo anglosassone dove maggiore è la presenza di banche d’investimento con il loro corollario di maxi-bonus e paracadute d’oro. Comunque anche da noi, ricorda, via Nazionale ha inviato da un anno e mezzo alle banche una direttiva sulla governance dei compensi: «Bisogna fare una revisione delle regole, ma non credo che troveremo molto di diverso rispetto ai nuovi principi dell’Fsb».


Anche l’International Monetary and Financial Committee del Fondo monetario concorda sul fatto che la ripresa si sta avviando: per sostenerla è necessario mantenere l’aiuto pubblico all’economia. I Paesi del Fmi si impegnano a mettere in campo, se necessario, nuove misure per far ripartire il credito, recuperare occupazione, combattere la povertà.

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