Banche senza pace in Borsa Ubi: l’aumento non piace

L’obiettivo dell’attacco è la battaglia politica in corso tra Repubblicani e Democratici, con i primi determinati a ottenere dal presidente Barack Obama severi tagli alla spesa per risanare il bilancio. In particolare, se la situazione «non cambierà nelle prossime settimane», Moody’s promette di porre «il rating sotto osservazione». Alla fine di maggio la Camera, controllata dai Repubblicani, ha infatti bocciato la proposta di innalzare di 2.400 miliardi di dollari il tetto del debito pubblico (oggi fissato per legge a 14.300 miliardi) in mancanza di un contemporaneo accordo con l’amministrazione sul piano di austerity. Il rischio di un default «è molto piccolo ma in crescita», attacca Moody’s specificando che un «accordo credibile» sulla riduzione del deficit manterrebbe invece l’outlook stabile.
Il governo ha già fatto sapere che potrà far fronte agli impegni senza aumentare il limite del debito fino al 2 agosto, ma trovare una soluzione non pare facile per Obama, visto che rischierebbe di mettere a repentaglio la stessa riforma della Sanità, uno dei punti cardini del suo programma. Senza contare che a diciassette mesi dalle elezioni per il secondo mandato, il presidente Usa deve affrontare anche il problema dell’occupazione in un mercato del lavoro debole (le richieste di sussidio sono scese solo di 6mila unità a 442mila) e un’industria che stenta a ripartire (i nuovi ordini in aprile sono scesi dell’1,2%, peggio delle attese). La difficoltà del quadro economico si ripercuote anche sul sistema bancario Usa, anch’esso oggetto delle attenzioni di Moody’s che ha messo sotto osservazione i big Bank of America, Citigroup e Wells Fargo paventando un taglio. Non è andata meglio a Goldman Sachs, colpita da un nuovo fulmine giudiziario: il procuratore distrettuale di Manhattan avrebbe infatti richiesto informazioni sulle pratiche seguite da uno dei simboli di Wall Street per la concessione del credito durante la crisi. La mossa fa seguito al rapporto della sottocommissione di indagine permanente del Senato che ha accusato Goldman Sachs di aver ingannato i risparmiatori.

Lo scorso anno Goldman era già stata costretta a pagare 550 milioni di dollari per risolvere una disputa con la Sec, la Consob americana, sul prodotto Abacus, tramite il quale la banca guadagnava denaro mentre i suoi clienti perdevano. Ma ci sarebbe dell’altro.
MR

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