Banche, tetto confermato al 30% per le Fondazioni

Legge sul risparmio: ok del Senato al cosiddetto «emendamento Mps». A Piazza Affari continua la corsa dei titoli dell’istituto senese

Gian Battista Bozzo

da Roma

L’«emendamento Mps» alla legge sul risparmio, approvato prima della pausa estiva in commissione, sopravvive anche all’esame dell’aula del Senato. La norma prevede la sterilizzazione dei diritti di voto oltre il limite del 30% delle quote di aziende bancarie in mano alle Fondazioni: situazione che ricorre, in particolare, nell’istituto senese dove la Fondazione Montepaschi, guidata da Giuseppe Mussari, detiene il 49%. Tanto è vero che, in previsione del «sì» del Senato, il titolo ha raggiunto ieri in Borsa i massimi dell’anno (ieri +1,34%, con Jp Morgan al3,8%). Con questa norma la banca diventa contendibile, e il mercato sente avvicinarsi movimenti importanti.
Il «sì» all’articolo 7 della legge sul risparmio è giunto rapidamente, e le perplessità di alcuni parlamentari come Luigi Grillo (Fi) sono state superate nel tentativo di approvare l’intera legge entro la giornata di oggi. «La norma è incostituzionale perché riguarda soggetti di diritto privato», osserva Grillo. Le Fondazioni Montepaschi, Carige e CrFirenze «dal primo gennaio prossimo devono comunque dismettere il controllo in base a una legge del ’98, e lo sanno», aggiunge. «Sarà la Camera a correggere questo scivolone, sbagliato da tutti i punti di vista», commenta il presidente dei deputati Udc Luca Volontè.
La rinuncia del centrosinistra all’ostruzionismo, praticata invece su altri provvedimenti, sta consentendo un rapido esame del testo sul risparmio. Fra le misure approvate ieri, anche la «stretta» sulle società offshore che operanti nei paradisi fiscali. Approvato anche l’articolo 8 che affida a Bankitalia le decisioni in caso di conflitti banca-impresa. L’unica norma stralciata è stata quella sui depositi bancari «dormienti», visto che le disposizioni in materia sono state assorbite dalla legge finanziaria.


Se non ci saranno intoppi, oggi Palazzo Madama approverà l’intero provvedimento, compreso l’emendamento del governo che contiene la riforma della Banca d’Italia (mandato a termine del governatore, più collegialità nel direttorio, trasferimento in mano pubblica delle quote azionarie ora detenute dalle banche). Oggi giungerà il via libera della Banca centrale europea alla riforma di via Nazionale. Dunque, occhi puntati su Atene, dove si tiene il direttivo della Bce.

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