Banche sempre più padrone tra le migliori di tutta Europa

Il loro valore sfiora 300 miliardi e pesano oltre un terzo del Ftse Mib. Intesa Sanpaolo e Unicredit i due giganti

Banche sempre più padrone tra le migliori di tutta Europa
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La Borsa italiana è storicamente bancocentrica, ma con i fiumi di utili e le speculazioni da risiko bancario degli ultimi anni il valore degli istituti di credito è letteralmente esploso. Basti pensare che i nove titoli del settore contenuti nel Ftse Mib, il paniere principale di Piazza Affari che ne accoglie in tutto quaranta, con i valori aggiornati al 14 agosto hanno raggiunto la quota di oltre 298 miliardi di euro. Considerando che il Ftse Mib nel suo complesso capitalizza nell'intorno di 850 miliardi, il peso delle sole banche è oltre un terzo dell'indice (alcune stime risalenti a fine luglio lo davano oltre il 38%).

A fare la parte del leone, ovviamente, ci sono le prime due banche italiane per attivi: ovvero Intesa Sanpaolo, guidata dal ceo Carlo Messina, e l'Unicredit del ceo Andrea Orcel. Questi due giganti, insieme, valgono oltre 205 miliardi (rispettivamente 98,1 e 107,4 miliardi) e pesano quasi un quarto del valore di Borsa. Entrambi sono reduci da conti semestrali di grande rilievo, dove hanno dimostrato una certa resilienza nonostante l'ostacolo di un ciclo di tagli ai tassi d'interesse della Banca centrale europea. Entrambe sono sul podio delle migliori banche dell'Unione europea per valore dietro alla sola Banco Santander (122 miliardi).

Intesa ha registrato il miglior utile semestrale di sempre a quota 5,2 miliardi di euro con un rialzo delle guidance a fine anno a ben oltre 9 miliardi. Certo ne ha giovato il titolo che dall'inizio dell'anno, mentre in molti si aspettavano una correzione sul settore bancario, ha corso ancora in rialzo del 42,4% e ora tratta a 5,50 euro per azione. Una performance che assume maggiore peso, soprattutto se si considera che Intesa è l'unica grande banca a essere rimasta fuori dal valzer del risiko che ha certamente contribuito a far lievitare il valore di molti istituti. Tra questi c'è sicuramente Unicredit, che ha ottenuto anch'essa una semestrale da primato con profitti a quota 6,1 miliardi. L'istituto guidato da Orcel, inoltre, è stato protagonista dell'Offerta pubblica di scambio lanciata su Banco Bpm (dalla quale poi si è ritirato di fronte all'ostacolo dei paletti del Golden Power posti dal governo italiano) e del tentativo di scalata ancora in atto sul secondo istituto tedesco Commerzbank, di cui la banca italiana possiede una quota del 20% che può arrivare vicina al 30% convertendo anche la parte residua di derivati nel suo portafoglio. Sta di fatto che l'istituto di Piazza Gae Aulenti è al momento il quarto migliore del Ftse Mib per performance da inizio anno (+78,9% a 68,9 euro per azione).

Tra gli altri titoli ha senz'altro lavorato bene anche Banco Bpm: l'istituto guidato da Giuseppe Castagna, infatti, dopo essere riuscito a sfuggire dalle spire di Unicredit al momento vanta una crescita del titolo del +52,9% dall'inizio del 2025 per una capitalizzazione di mercato che ora è superiore a 18 miliardi. Se Unicredit non è riuscita a rilevare Banco Bpm, la Bper (+48,4%) capeggiata da Gianni Franco Papa è riuscita a centrare il successo nella sua Offerta di acquisto e scambio sulla Popolare di Sondrio (+55,2%). In attesa di completare l'operazione, Bper capitalizza ora 17,7 miliardi e tallona da vicino Bpm per valore borsistico.

Altre sicure protagoniste del risiko sono Mps, la risanata banca senese guidata dal ceo Luigi Lovaglio, e Mediobanca. La prima (+20,4% da inizio anno con una capitalizzazione di 10,3 miliardi) ha in corso un'Offerta pubblica di scambio sulla seconda che ha corso molto anche sull'aspettativa del mercato di un possibile rilancio (+51,1% per un valore di 17,3 miliardi).

L'effetto risiko, del resto, ha giovato molto a tutto il comparto: basti pensare che le prime cinque banche per attivi valgono 95,5 miliardi in più rispetto al 7 novembre 2024, data dell'Opa di Bpm su Anima che ha dato il via alle grandi manovre. Tra gli andamenti positivi del settore, anche se attivi pure nel comparto risparmio gestito, si segnalano infine Banca Mediolanum (+48,7%) e, in misura minore, Finecobank (+12,1%).

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