
La seconda parte del risiko bancario cova sotto alle ceneri.
Lo lascia intendere l’amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, che ieri a margine di un evento di Adep (l’associazione delle Casse privatizzate) a proposito di possibili acquisizioni e alleanze ha detto: «Siamo una banca che è sul mercato, è quotata, le opportunità sono tante, ci guardiamo intorno e tentiamo di sfruttare molto le possibili opportunità che ci sono». È circolato il nome di Banca di Asti, per la quale Castagna non nega l’interesse. Anche se i riflettori del mercato sono tutti puntati sulla possibile operazione con il Credit Agricole, primo azionista di Piazza Meda che ambisce ad arrivare alla soglia dell’Opa al 30 per cento.
L’altra possibile sposa del Banco Bpm potrebbe essere Mps, con l’istituto guidato da Luigi Lovaglio che tuttavia al momento è alle prese con l’integrazione con Mediobanca. Non è un mistero tuttavia che il governo abbia un interesse per mantenere il risparmio italiano al sicuro da mani estere. Banco Bpm, in quanto proprietario del gestore di fondi Anima che sta scegliendo il nuovo ceo, ha al suo interno circa 200 miliardi di euro di risparmi.
Va da sé che, nel caso l’Agricole dovesse farsi avanti per Bpm, un nodo del discorso sarebbe proprio il futuro di Anima. A quel punto, a prescindere dal modo in cui l’istituto francese e quello lombardo decideranno di sposarsi, la linea rossa è che Anima rimanga in mani italiane. E un potenziale acquirente potrebbe essere proprio il gruppo Montepaschi-Mediobanca, che punterà tanto in futuro sul risparmio gestito (non è un caso l’interesse per le attività italiane di Ubs) e per questo sarebbe probabilmente disponibile a considerare un eventuale dossier Anima. A maggior ragione ora che ha nel suo perimetro la partecipazione chiave di Generali, che in prospettiva potrebbe sposarsi perfettamente con Anima in un super polo del risparmio, ora che l’affare con Natixis sembra ormai definitivamente accantonato. Intanto, Rocca Salimbeni si gode la promozione di Jefferies per la quale è un «buy» con prezzo obiettivo a 9,30 euro e un potenziale rendimento sul dividendo che potrebbe raggiungere il 14,2% nel 2028.
E prosegue l’integrazione tra Bper e la neo acquisita Popolare di Sondrio.