"Bpm? La base d’asta è 15 miliardi"

Parla Davide Leone, il socio salito all’8,2% dell’istituto

"Bpm? La base d’asta è 15 miliardi"
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Il Banco Bpm liberato dai lacci della passivity rule torna in gioco come attore del risiko bancario. Nell'istituto guidato da Giuseppe Castagna, tra l'altro, c'è un secondo azionista sempre più forte: Davide Leone, a capo della Davide Leone & Partners, si è di recente rafforzato nel capitale (tra azioni e derivati) raggiungendo quota 8,2 per cento. Proprio lui, all'Ansa, rilancia Piazza Meda come attore del risiko specificando che, dopo la fine dell'offerta di Unicredit, qualsiasi attore voglia puntare a scalare Bpm dovrà partire con una base d'asta di almeno 15 miliardi di euro o comunque non inferiore all'offerta di Andrea Orcel. «Il mercato è d'accordo con la valutazione del cda di Bpm, secondo cui la banca vale di più di quanto offerto di Unicredit. Questa valutazione unanime del consiglio, confermata dal mercato, è un precedente imprescindibile per il futuro», spiega proprio Leone.

Bpm, che in passato era al centro di un disegno di matrimonio con Mps - benedetto dal governo - ora è di nuovo su piazza. «Sarà ben accolta qualsiasi operazione strategicamente sensata, sperabilmente in accordo con il governo», afferma. Nei confronti di Mps, tuttavia, Leone predica «prudenza» e rinvia tutto alla fine dell'Ops su Mediobanca. Secondo l'investitore, al momento non è possibile valutare Mps poiché molto dipenderà da quale quota azionaria di Mediobanca raggiungera. Gli scenari vanno dal 35 al 66,7%, obiettivo - quest'ultimo - che l'ad di Siena, Luigi Lovaglio, è convinto di raggiungere. «A seconda di quale sarà l'esito finale, la valutazione di Mps può oscillare tra i 9 e i 24 miliardi». Il convitato di pietra di ogni discorso è la banca francese Crédit Agricole, che ha il 19,8% di Bpm e ha chiesto alla Banca centrale europea di poter oltrepassare la soglia del 20%. Ogni scenario, da un ritorno di Unicredit alle nozze con Mps, dovrà passare da lei. «Per me il Crédit Agricole è una impresa seria», spiega Leone, «mi aspetto che qualunque sia l'operazione straordinaria tutti gli azionisti, incluso l'Agricole, siano trattati in modo eguale».

Intanto dopo S&P e Moody's la scorsa settimana, ieri anche Fitch ha preso atto della fine dell'ops di Unicredit confermando i rating di Bpm e alzando l'outlook

a positivo. Un miglioramento, spiega l'agenzia, che riflette il rafforzamento del profilo creditizio prodotto dalla salute del settore bancario e dai benefici sulla diversificazione dei ricavi con l'integrazione di Anima.

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