Mps all'affondo finale su Mediobanca

Varato un rilancio da 750 milioni. I Benetton aderiscono, così farà anche l'Enpam

Mps all'affondo finale su Mediobanca
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Un'integrazione da 750 milioni di euro cash all'offerta su Mediobanca. Questo il rilancio approvato dal consiglio d'amministrazione di Banca Mps riunitosi nella serata di lunedì sotto la presidenza di Nicola Maione. Ha prevalso la linea suggerita dall'amministratore delegato Luigi Lovaglio, che ha spinto per un rilancio più robusto (0,90 euro ad azione) per centrare l'obiettivo di raggiungere almeno il 50% di adesioni che gli permetterebbe di accelerare il godimento delle Dta, i crediti fiscali per le perdite pregresse che aumenterebbero la redditività del futuro istituto aggregato di 500 milioni l'anno (mentre se le adesioni si fermassero prima sarebbero 300 milioni annui). La componente cash si somma alle 2,533 azioni Mps di nuova emissione previste dal rapporto di scambio iniziale per un controvalore complessivo dell'operazione che ora raggiunge 13,5 miliardi (16,33 euro per azione) assumendo un'adesione totalitaria all'offerta con un premio che Rocca Salimbeni calcola essere dell'11,4% rispetto alle quotazioni di Piazzetta Cuccia depurate dell'acconto dividendo. L'istituto, nel ribadire che manterrà un indice patrimoniale Cet1 al 16% anche in caso di adesioni totali e la politica sui dividendi fino al 100% dell'utile, afferma che il rilancio è «una concreta testimonianza del valore industriale dell'operazione».

Tra le notizie di giornata anche la rinuncia alla soglia di efficacia con le adesioni al 66,67%: significa che l'offerta sarà valida anche al raggiungimento della soglia minima del 35 per cento. Tutta da giocare, invece, la partita del 50% che si andrà a disputare nel campo dei fondi istituzionali ed hedge fund che per la maggior parte avevano approvato la proposta alternativa dell'ad di Mediobanca, Alberto Nagel, che voleva acquistare Banca Generali scontrandosi con il parere avverso del mercato. Il rilancio servirà a spingere proprio le adesioni dei fondi che saranno l'ago della bilancia in questa fase, fermo restando che se Mps dovesse fermarsi sotto la metà del capitale potrebbe poi andarsi a prendere le azioni che le mancano acquistandole sul mercato.

Intanto, Mediobanca ha convocato per domani mattina il suo consiglio di amministrazione per riesaminare l'offerta di Mps dopo il rilancio. Difficile, per non dire impossibile, che dal board della merchant bank milanese possa uscire un parere positivo. Salvo notizie clamorose dalla Procura, l'era Nagel volge ormai al termine. Anche in presenza di un'adesione al 35%, infatti, il banchiere - che ha retto le sorti di Mediobanca per circa 18 anni - dovrà lasciare il timone.

Va segnalato che il mercato ha reagito al rilancio di Mps con forti ribassi sui titoli bancari: Siena ha ceduto il 3%, mentre Mediobanca ha lasciato sul terreno il 2,8%. Ma è tutto il settore a scontare il cosiddetto «sell on news», le vendite che seguono una grande notizia dopo il lungo rally alimentato anche dalle speculazioni sul risiko. Quella di Mps, del resto, è l'ultima grande offerta in corso e gli operatori hanno ormai realizzato che la scalata a Piazzetta Cuccia è all'ultimo miglio e che non ci sarà più all'orizzonte ulteriore margine speculativo.

La scadenza del periodo di adesione è l'8 settembre. Ma ora è probabile che venga aperta una nuova finestra di adesione dal 16 al 22 di settembre.

Intanto ieri sera le adesioni, nel primo giorno di rilancio, sono salite al 30,1% dopo la consegna del 2% dei Benetton. Così farà anche Enpam, l'ente di previdenza dei medici, con il suo 2% e il pattista di Mediobanca Pierluigi Tortora. Per cui la soglia minima al 35% è già in pratica raggiunta.

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