
L'ondata di adesioni all'Offerta pubblica di acquisto e scambio di Mps su Mediobanca ha messo di buon umore il mercato. Basti osservare che il giorno successivo alla notizia del raggiungemento del 62,3% delle quote, l'istituto guidato da Luigi Lovaglio è risultato il migliore in Piazza Affari (+6,2% a 7,82 euro) seguito da quello di Piazzetta Cuccia (+5,9% a 20,63 euro). Un balzo che ha portato la capitalizzazione combinata dei due istituti a quota 26,6 miliardi.
Il superamento di slancio della soglia del 50%, del resto, è una spinta alla redditività futura dell'istituto integrato, non solo per il godimento accelerato degli sconti fiscali per le perdite pregresse (500 milioni annui, anziché 300 milioni). Una governance chiara e non conflittuale semplifica le decisioni e il dispiegamento del progetto, cosa che va spesso di pari passo con la crescita degli istituti. Ora i termini di adesione all'Opas riapriranno il 16 fino al 22 settembre e l'obiettivo dei due terzi del capitale sembra davvero a portata di mano. Se così fosse, si potrebbe procedere al delisting di Mediobanca ed eventualmente alla fusione per incorporazione, cosa per il momento non ancora sul tavolo. L'ad Lovaglio, infatti, per Mediobanca nel prospetto d'offerta parla di una governance condivisa anche se dominata da Mps e ha detto più volte di voler mantenere in vita lo storico marchio di Piazzetta Cuccia. Cadono intanto gli ultimi pezzi del potere che reggeva la vecchia Mediobanca. Ieri, infatti, da una nota si è appreso che i partecipanti all'accordo di consultazione tra soci di Piazzetta Cuccia, pari al 5,97% del capitale, hanno unanimemente convenuto lo scioglimento con efficacia dall'8 settembre». Un crocevia simbolico che punteggia l'inizio della nuova era Montepaschi. La prossima tappa sarò il 15 settembre, con il pagamento del corrispettivo dell'Opas, diventerà a tutti gli effetti una controllata di Siena. Il consiglio di amministrazione in programma il prossimo 18 settembre, con il ceo Alberto Nagel e gli altri consiglieri che dovrebbero formalizzare le loro dimissioni, e l'assemblea degli azionisti in calendario il 28 ottobre (anche se potrebbe slittare rispetto alla data prevista, sempre la solita, scelta dal grande fondatore Enrico Cuccia). Già prima dell'assise, però, si scatenerà il toto nomine per i vertici, dove nel frattempo si è raffreddata la pista che porta a Mauro Micillo di Intesa Sanpaolo per la carica di amministratore delegato. Mentre rimane in piedi la candidatura di Luigi de Vecchi (Citi) per la presidenza, ma i giochi sono aperti e potrebbero spuntare nuovi nomi.
«La Fondazione Mps accoglie con grande favore la notizia del superamento della soglia decisiva del 50%», è stata la reazione della Fondazione presieduta da Carlo Rossi.
«I meriti del successo di questa storica operazione sono ascrivibili al grande lavoro svolto dal cda e dall'amministratore delegato». Intanto, sul fronte politico, l'europarlamentare di Forza Italia Flavio Tosi ha chiesto che, una volta conquistata Mediobanca, il ministero dell'Economia (all'11,7% del Monte) esca dal capitale.