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Al banco dei pegni per tirare la fine del mese

Dall'inizio della pandemia, per arrivare a fine mese, molte famiglie in bilico hanno dato fondo ai gioielli di famiglia e si sono rivolte ai Banchi dei pegni

Al banco dei pegni per tirare la fine del mese

Dall'inizio della pandemia, per arrivare a fine mese, molte famiglie in bilico hanno dato fondo ai gioielli di famiglia e si sono rivolte ai Banchi dei pegni, a cui si presentano mediamente tra le 270 e le 300mila persone ogni anno, con un volume d'affari di circa 800 milioni di euro. Il prestito medio è di circa mille euro, soldi che servono soprattutto per spese impreviste e che nel 95% dei casi vengono restituiti. L'altra alternativa per chi possiede beni preziosi è la vendita diretta ai Compro oro, il cui numero è passato dai 24.877 del 2018 a 29.511 del 2019.

Il boom dei Compro oro è cominciato nel 2010, dopo la crisi economica del 2008. Per molte famiglie si erano rivelati la strada più rapida per mettere una pezza ai bilanci famigliari e tirare la fine del mese. Ancor prima di chiedere un prestito alle banche. Nel 2018 le licenze per il commercio di preziosi esercitato anche dalle gioiellerie erano, in Italia, 24.877; nel 2019 le licenze in corso di validità hanno raggiunto quota 29.511. Nel 2019 il maggior numero di licenze era stato rilasciato in Campania (5.098), seguita dal Veneto (4.387). Nel 2019 erano presenti nella penisola oltre 6mila sportelli con una ripartizione geografica che vede al primo posto della classifica la Lombardia con oltre mille negozi, seguita dal Lazio e dal Piemonte che ne annoverano oltre 500.

Ma ovviamente si tratta solo di un effetto tampone per i bilanci famigliari e non risolve certo il problema delle entrate di chi è in bilico.

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