Banda larga Calabrò difende la newco: «È una buona idea»

La costituzione di una società tra gli operatori di telefonia per sviluppare la banda larga «è una grossa impresa. Capisco che chi si deve far carico del maggiore esborso stia riflettendo, come è giusto che sia. Ma altrove è stata applicata». Così il presidente dell’Autorità per le Comunicazioni, Corrado Calabrò, ha difeso dalle critiche la sua proposta, lanciata durante la relazione annuale dell’Autorità, di creare una newco per sviluppare la banda larga. «Noi possiamo stabilire delle regole incentivanti che garantiscano la concorrenza - ha detto Calabrò - e non è poco, perché la rete in rame è stata costruita in assenza di regolazione».
Nel suo intervento al convegno, Stefano Pileri, direttore tecnologie e operations di Telecom Italia, ha sostenuto invece che occorre lasciare che le aziende sviluppino i loro piani di investimento. «Non è necessario un intervento statale se non quando le reti di nuova generazione nelle città più grandi realizzeranno un fallimento di mercato nelle città più piccole».

Pileri ha illustrato il piano di Telecom Italia, che prevede un investimento di 700 milioni nel triennio 2009-2011: «Abbiamo scelto lo sviluppo della fibra ottica fino alle abitazioni nelle prime 100 città italiane entro il 2011 fino ad arrivare a complessive mille nel 2016». E a giudizio di Bianca Maria Martinelli, direttore affari pubblici e legali di Vodafone Italia, «lo sviluppo della rete di nuova generazione richieda un modello regolatorio di rete aperta».

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