Bandiera arancione (per ora) su Palazzo Marino

Giuliano Pisapia è il nuovo sindaco di Milano. Ha battuto al ballottaggio con il 55,1% dei voti - e dieci punti di distacco - Letizia Moratti. Che come primo atto lo ha chiamato per fargli le congratulazioni e offrigli la collaborazione per il passaggio di consegne. Fair play dopo una campagna dai toni alti. Ma il sindaco uscente ha «ancora più voglia di prima di lavorare per la città e unire le forze moderate e riformiste». Quelle che, forse, ieri si sono già pentite di aver scelto di far «cambiare il vento» sotto la Madonnina. Su Palazzo Marino sventola bandiera arancione, il colore scelto da Pisapia per la campagna. Ma l’impressione è che presto l’avvocato ex comunista rinvendicherà lo spazio alla sinistra estrema che lo ha sostenuto. Ieri sul palco di piazza Duomo è arrivato il leader di Sel Nichi Vendola a mettere il cappello sulla vittoria. Parla di liberazione di Milano e invita ad «abbracciare i fratelli rom e musulmani». Chissà se i salottieri che in campagna si sono schierati con l’avvocato e il Pd hanno raccolto l’appello. La festa è partita sulle note dell’Internazionale.


La componente radicale avrà un peso forte anche in giunta, la nuova maggioranza è già alle prese con il toto-nomi. E nel centrodestra che è in fase di ripensamento interno - e nel rapporto Pdl e Lega - comincia il braccio di ferro su chi guiderà l’opposizione in consiglio comunale.

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