Politica

«Banditi rom con coperture istituzionali»

«L’illegalità si è sviluppata grazie alla protezione dei gestori»

da Milano
Dovevano essere il fiore all’occhiello della giunta veronese. I campi Rom di Boscomantico e della Monsuà sono invece diventati l’obiettivo di un’articolata e dirompente indagine per pedofilia e tangenti, «l’epicentro di attività delinquenziali sempre più estese», per dirla con i giudici di Verona. E ora il sottosegretario leghista alle Infrastrutture Federico Bricolo riassume lo sconcerto dell’opposizione: «La giunta di centrosinistra ha fallito e deve andare a casa». Il gip Enrico Sandrini descrive con termini impietosi quel che accadeva nelle due aree: «Le indagini hanno consentito di accertare in termini certi e univoci come i campi nomadi ospitanti le comunità Rom di Boscomantico e via dell’Alpo si siano rivelati essere l’epicentro per non dire la fucina di una serie di attività delinquenziali sempre più estese, ingravescenti ed allarmanti».
Parole durissime che documentano il fallimento della politica di integrazione attuata dalla giunta, con l’investimento di quasi un milione di euro. I due campi erano diventati altrettante centrali criminali, a cominciare dal mercato del sesso minorile. La «requisitoria» del gip, che ha arrestato 17 persone fra italiani e Rom, però va oltre: le attività delinquenziali, secondo Sandrini, si erano «sviluppate anche grazie alla copertura offerta da soggetti istituzionalmente preposti alla gestione dei campi stessi». Del resto, l’analisi del giudice trova alimento in una serie di episodi sconcertanti emersi dal lavoro dei Pm. Due operatori, appartenenti agli enti cui il Comune aveva affidato la gestione dei campi, sono finiti in manette perché avrebbero preteso tangenti per pilotare l’ingresso dei Rom nei campi; ancora, uno dei consulenti dell’assessorato ai servizi sociali per il Progetto Nomadi, Roberto Lizziero, era già stato arrestato e condannato per pedofilia. E il gip di Ferrara, come documenta il Corriere di Verona che è andato a ripescare quell’ordinanza del 1998, scriveva che l’uomo aveva dato sfogo ai suoi istinti «approfittando delle sue qualità di organizzatore ed animatore di iniziative per ragazzi». Come mai Lizziero aveva ricevuto un nuovo incarico, mantenuto fino alla fine del 2003, a contatto con i piccoli zingari? «Volevamo dargli una nuova chance di recupero», è la risposta, disarmante, data in lacrime dall’assessore ai servizi sociali Tito Brunelli.
Spiegazioni che non spiegano, per l’opposizione. Per il senatore di An Paolo Danieli il sindaco Paolo Zanotto è arrivato al capolinea: «Il sindaco, Brunelli e tutta la giunta devono dimettersi». Federico Bricolo va anche oltre: «Qualche tempo fa sei esponenti leghisti veronesi sono stati condannati a 6 mesi per istigazione all’odio razziale. Avevano chiesto lo sgombero di un campo nomadi abusivo: ora il gip di Verona usa termini ben più drastici dei nostri e parla di Boscomantico come fucina della delinquenza. Le avessimo scritte noi quelle frasi, ci avrebbero stangato di nuovo». Il Procuratore Guido Papalia prova a distinguere: «Attenzione, Bricolo può dire quel che vuole ma le condanne sono state date perché i sei hanno seminato l’odio fra le diverse etnie». Poi, però, Papalia aggiunge: «Abbiamo moltissime prove delle attività delinquenziali commesse nei campi Rom. Il gip descrive la realtà che noi abbiamo fotografato». A sua volta Bricolo non ha dubbi: «Davanti a questa pagina di vergogna, il sindaco deve chiedere scusa alla città e andare a casa».

Zanotto però non ha alcuna intenzione di smobilitare e anzi all’opposizione promette una sola cosa: una sfilza di querele.

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