Il bandito solitario con il «tetto salariale»

È il malvivente più ricercato in Spagna Nel 2004 ha ucciso due poliziotti

Lo chiamano «Il solitario». Nessuno ricorda il suo volto, nessuno conosce il suo nome e la sua storia. Nessuno sa da dove viene. È il bandito che sta mettendo paura alla Spagna.
Da tredici anni rapina da solo le banche di tutto il Paese: Galizia, Aragona, Castiglia, Andalusia, La Rioja, Avila, Madrid. Ogni anno ruba sempre la stessa cifra: 36mila euro. Poi va in vacanza. Spende e torna. Trentaquattro colpi messi a segno in quasi tre lustri. È il nemico numero uno delle forze dell’ordine. Per smascherarlo la «Unidad Central Operativa» (UCO) della Guardia civil ha creato un reparto speciale di dodici persone per scoprire il suo volto, la sezione antirapina della polizia ha fatto lo stesso. Eppure «Il solitario» continua ad essere solo un’ombra, al massimo un’immagine sfuocata ripresa da un video di sicurezza. Un metro e ottanta, forse magro, spagnolo, nessun accento particolare. Un uomo normale, insospettabile secondo i poliziotti. I due reparti delle forze dell’ordine si sono uniti per fermarlo, ma fino ad ora il bandito continua a fare paura. Tre anni fa il colpo più terribile. Il 9 giugno rapina una banca a Calahorra, La Rioja. Tutto come da copione, quattro minuti al massimo. Entra armato fino ai denti, va dritto dal cassiere, prende i soldi e scappa sulla sua Suzuki Vitara. Due poliziotti lo inseguono. Lui li sommerge di pallottole: 23 colpi in pochi minuti.
Due anni di pausa. Poi l’uomo è tornato a colpire, ma da allora qualcosa in lui è cambiato per sempre. Chi segue il caso è preoccupato. I suoi colpi sono sempre ben pianificati, organizzati con la massima precisione, parrucca e barba finta, lenti a contatto colorate, strati di vestiti per sembrare più grasso, dita ricoperte con del nastro isolante per non lasciare impronte, ma ha perso il sangue freddo. Spara. Se le cose non vanno come vuole lui se la prende con i clienti e con gli impiegati della banca. Lo scorso 20 aprile in una succursale di Caixa Galizia a Lugo ha preso a calci un impiegato della succursale. Un minuto e 50 secondi per aprire la cassaforte per trovare solo 835 euro. «Hai solo questo schifo?» Ha gridato. Due minuti dopo è arrivata la polizia, ma del solitario non c’era già più nessuna traccia. «È un uomo freddo e calcolatore - spiega un poliziotto che segue il caso -, però non bisogna mitizzarlo». Da quella maledetta rapina il solitario ha cambiato i metodi: si è messo un paio di grandi occhiali da sole, si è tolto la barba e nel suo travestimento ora c’è anche una stampella. «Si finge claudicante per poter passare senza problemi attraverso il metal detector, spiega il poliziotto, ma sotto alla giacca è armato fino ai denti: una revolver 375 magnum come quella che usava Clint Eastwood in una serie di celebri film, una mitraglietta Ingram Marietta, una pistola calibro 45».
La polizia e la Guardia Civil hanno seguito le tracce di quasi 60 persone sospettate, tra cui agenti espulsi dalle forze dell’ordine, militari ed ex militari, visto che il bandito ha dimostrato di maneggiare molto bene le armi. Inchieste tutte fallite. Dopo aver analizzato le banche rapinate, i posti, le date, le ore - di solito a fine mattina - gli investigatori sono arrivati ad una sola conclusione: il rapinatore ha bisogno di 36mila euro l’anno per coprire le spese. Nell’ultima rapina, il 14 dicembre scorso ad una succursale del Banco Santander a Madrid, ha rubato 10.

500 euro in un minuto e mezzo e prima di andarsene ha fatto ai presenti gli auguri di Natale. Si rifarà vivo non appena avrà finito i soldi. «Chi lo acciufferà avrà diritto ad una medaglia», confessa un agente. «È il mio sogno di ogni notte».

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