Cronaca locale

Bandito spara e riduce il complice in fin di vita

Chi ha assistito alla scena assicura: «Parlavano tutti l’italiano»

Enrico Lagattolla

In fin di vita. Per 30mila euro. Doveva essere una rapina «facile». Invece, durante la collutazione, dalla pistola di uno dei banditi è partito un colpo che ha centrato alla testa il complice. Subito caduto a terra, immobile. Gli altri due sono riusciti ad allontanarsi con il bottino.
Lo hanno seguito dopo la chiusura del bar. Il Capo Verde, a Gratosoglio, in via Saponaro. Calogero Caico, 59 anni, siciliano di Canicattì, aveva nella borsa l’incasso del locale. «Molti soldi, 30 mila euro - racconta Alessandro, che insieme a Caico e ad altri due soci gestisce quattro bar a Milano -. Calogero ha anche la ricevitoria e bisogna fare i conti con gli incassi del Lotto». Proprio a quelli miravano i tre rapinatori. Lo hanno pedinato fino a casa, da Gratosoglio a Corso Lodi. Poi, quando l’uomo ha parcheggiato la sua Volkswagen Passat grigia in via Sarlio, all’angolo con via Sacconi, sono passati all’azione.
Hanno prima affiancato l’auto con la loro Golf blu, poi sono scesi in due, con il volto coperto da un passamontagna nero: uno è rimasto alla guida, pronto alla fuga. Ma il piano si è complicato subito. Dopo aver accerchiato la Passat, attraverso i finestrini aperti hanno cercato di strappare al barista la borsa con i soldi. Ma Caico è riuscito a nasconderla sotto il sedile. A quel punto i tre rapinatori hanno cercato di tirarlo fuori dalla macchina. «No, lasciatemi!» hanno sentito distintamente urlare i residenti di via Sacconi dalle finestre aperte per il caldo. Poi il corpo a corpo: Caico ha cercato di opporre resistenza e dalla pistola di uno dei banditi è partito un colpo. Il proiettile ha colpito alla testa uno dei complici. Il barista ha approfittato dell’imprevisto per rifugiarsi in macchina, mentre i due rapinatori rimasti in piedi hanno iniziato a discutere sul da farsi. «Scappiamo subito». «No dobbiamo prendere la borsa». Il timbro è sembrato inconfondibile. «Erano italiani», riferiscono quasi con certezza i testimoni.
Quindi l’affondo decisivo. I banditi hanno rubato la borsa dall’auto, cercando di trascinare via il complice steso a terra in una pozza di sangue. Ma l’uomo non riusciva a muoversi, e allora i due rapinatori si sono allontanati sulla macchina lasciata a motore acceso.
«La polizia è intervenuta dopo un quarto d’ora», raccontano i testimoni. Ma l’ambulanza sarebbe arrivata più tardi. Il bandito ferito alla testa, secondo alcune fonti di nazionalità albanese, è stato trasportato all’ospedale Fatebenefratelli. Operato d’urgenza, è in condizioni disperate. All’una di notte era ancora sotto i ferri da tre ore e i medici stavano tentando di salvarlo.
Molta paura, ma solo qualche graffio per Calogero Caico. Il barista dopo la rapina è rimasto a lungo seduto sul marciapiede, quasi incredulo.

Quest’oggi continuerà la caccia agli altri due banditi in fuga.

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