Cronaca locale

Bando farsa per Sea e Serravalle: il Comune le ha già "svendute"

Sceneggiata sulle partecipate. Oggi nuovo vertice di maggioranza ma Pisapia e Tabacci hanno deciso di cedere le quote a Gamberale. Sindacati in trincea: "Chi tutela i lavoratori?"

Bando farsa per Sea e Serravalle: il Comune le ha già "svendute"

Il sindaco e Bruno Tabacci l’avrebbero chiusa già ieri, senza altre sceneggiate. Tanto saranno discussioni «di lana caprina», come ama ripetere l’assessore al Bilancio. La gara per «svendere» Sea e Serravalle si farà, e il bando avrà le caratteristiche che rispondono a un’unica offerta: quella del fondo F2i di Vito Gamberale. Tanto valeva votare la delibera ieri pomeriggio. Giuliano Pisapia e l’assessore ci hanno provato, e ha avuto una partenza accesa la giunta straordinaria riunita ieri dalle 12.30 e per 4 ore. Ma gli assessori del Pd hanno difeso la linea del partito: nessun delibera votata prima di «approfondire» e «condividere». Che tradotto significa solo: salvare le apparenze, il voto slitta solo di qualche giorno, alla seduta di venerdì. Tant’è, questa sera alle 21 è convocato un vertice di maggioranza aperto quindi ai capigruppo e segretari di Pd, Sel e anche Radicali, Idv e Sinistra per Pisapia che non avendo assessori rischiano di smarcarsi in aula come è già successo sul voto per l’acquisto delle aree Expo. Domani una commissione Bilancio per esaminare la proposta, quindi con i consiglieri sia di maggioranza che di opposizione.

Ma a meno di sorprese, venerdì la giunta voterà esattamente la soluzione descritta ieri da Giuliano Pisapia. Il Comune farà un unico bando di gara per la vendita congiunta o disgiunta del 18,6% di Serravalle e il 20% delle quote di Sea. Il bando avrà una base d'asta fissata per la società autostradale sui 145 milioni di euro, ovvero la quota indicata nell'offerta fatta venerdì pomeriggio dal Fondo F2i (e pari alla gara andata deserta venerdì scorsa) che però contemplava anche l'acquisto del 20% degli aeroporti milanesi per un prezzo finale di 235 milioni.

Il Comune ha chiesto per gli scali una valutazione a Kpmg. Vince chi offre di più: tradotto, F2i. Perch´ Sea «spacchettata» troverebbe più compratori disposti a offrire oltre i 235 milioni. Ma non arriveranno ai 400 milioni che Gamberale può mettere sul piatto per portarle a casa entrambe (e quindi, con lo «sconto» su Sea). «I nostri obiettivi sono creare un bando trasparente e che possa portare i maggiori introiti possibili al Comune mantenendo la maggioranza in Sea - afferma Pisapia -. Ci servono 349,7 milioni per centrare il patto di stabilità, in questi giorni ho sentito solo critiche ma non alternative intelligenti».

Affondo diretto «all'opposizione», ma che e chiaramente indirizzato anche a chi nella maggioranza - da Pd al presidente dell'aula Basilio Rizzo - hanno alzata paletti sulla vendita in blocco. La Lega propone un asse per chiedere la deroga al Patto di stabilità ed evitare una svendita? «Accettiamo la sfida, portiamo un documento bipartisan in aula - replica Pisapia - ma intanto andiamo aventi con il piano parallelo, noi abbiamo tempi stretti, cioè fine dicembre, per evitare il commissariamento e non vogliamo correre rischi». Il sindaco ribadisce che anche dopo la vendita la quotazione in primavera «resta la nostra strada». Ma sarà in salita. Non è un caso che ora Palazzo Marino rinunci a metà dell'extradividendo della società («incasseremo solo 62 milioni» anticipa Tabacci).

Da Sel arriva il via libera alla possibile operazione ma «a patto che il Comune dia garanzie su occupazione e investimenti». Rizzo ha ricevuto come gli altri consiglieri l'offerta di F2i, che prevede già diritti di veti o revisioni di statuto, «non voglio il commissariamento del Comune è chiaro, ma chiarezza su tutte le alternative in campo, come lo scambio di quote con la Provincia, e non ci siano bandi ad hoc. Sea deve restare al 51% pubblica, senza correzioni di statuto che poi spostino nei fatti la gestione ai privati. Preoccupati i sindacati: la Filt-Cgil avverte che «lo sport di costruire i bilanci con risorse scritte solo sulla carta si è dimostrato anche nelle vicenda Sea-Serravalle non solo rischioso, ma tanto sbagliato da stravolgere quanto in questi anni imprese e sindacati, con il consenso dell'azionista, avevano deciso nella strategia dell'impresa e nella tutela del lavoro. Passare infatti da azionariato diffuso a ingresso di azionisti forti sin nella governance richiede che quanto deciso in Sea su modello di partecipazione, investimenti, risanamento, tutela occupazionale, trovi risposte non dopo, ma prima di qualunque asta. Se cambia la strategia si deve ridiscutere di tutto».

Il capogruppo Pdl Carlo Masseroli accusa da mesi sindaco e assessore di condurre una trattativa parallela alle due gare di Serravalle andate deserta proprio con il fondo F2i. «Tabacci ironico ha chiesto se l'offerta di Gamberale arrivata venerdì era il documento che cercavo? Certo, era quello - ribatte -. Solo che mentre lo scrivevano a quattro mani era segreto. Manca ed è mancata trasparenza.

Vuole proposte serie? Provi a vendere Serravalle da sola ora che lo statuto è cambiato e a non svendere Sea».

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