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Bankitalia: anche Castelli alla riunione del Cicr

Il ministro della Giustizia: approfondire il tema intercettazioni. Per Fazio autodifesa «tecnica»

Bankitalia: anche Castelli alla riunione del Cicr

Gian Battista Bozzo

da Roma

È un Cicr «allargato» quello che stamattina ascolta la relazione di Antonio Fazio sui casi Antonveneta e Bnl. Alla riunione del Comitato per il credito e il risparmio partecipa infatti anche il ministro della Giustizia Roberto Castelli. Il Guardasigilli non fa parte dell’organismo, ma ha interesse ad ascoltare la relazione del governatore di Bankitalia in quanto dovrà preparare una relazione sulle intercettazioni telefoniche legate alle vicende delle due Opa. Inoltre, la Lega ha espresso nettamente, in queste settimane, la sua posizione favorevole a Fazio.
Fazio parla. Riflettori puntati dunque sul governatore, e la sua relazione. È la prima volta, infatti che Fazio parla in prima persona sulle due vicende bancarie. A quanto si sa, il documento preparato dal governatore e dai suoi collaboratori più stretti verterà su tre punti base: a) non c’è stata alcuna violazione né del testo unico bancario né del codice etico della Bce; b) l’autorizzazione all’aumento della quota Bpi in Antonveneta è avvenuta nel rispetto dei requisiti patrimoniali previsti; c) l’unica pronuncia della magistratura, quella del Tar, riconosce l’imparzialità di Bankitalia. I contenuti della relazione sono strettamente tecnici. Fazio, a quanto pare, non farà cenni ai contenuti delle intercettazioni telefoniche pubblicate sui giornali, né alla questione della riforma (o autoriforma) della banca centrale. Potrebbe rispondere nel merito, se ci saranno interventi da parte dei ministri.
Mandato nel ddl risparmio? Secondo indiscrezioni, il governo - una volta ascoltato Fazio - potrebbe decidere di presentare emendamenti al ddl sul risparmio, riguardanti il mandato a termine del governatore (otto anni) e una maggiore collegialità nelle decisioni di Bankitalia. Ma ancora non c’è nulla di sicuro, buona parte della maggioranza spinge per una autoriforma, da parte della stessa banca centrale. «Non è giusto né accettabile che si facciano processi attraverso i giornali - osserva il ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno (An) -: ascoltiamo il governatore, poi il governo deciderà». È possibile che il Consiglio dei ministri discuta il caso Fazio nella riunione del 2 settembre, nella quale dovrebbe arrivare anche la relazione di Castelli sulle intercettazioni.
Autoriforma sì o no. L’emendamento sul mandato nel ddl risparmio «non va bene: o Bankitalia fa l’autoriforma, o è necessario un provvedimento ad hoc», sostiene Maurizio Eufemi (Udc). Alemanno, che oggi partecipa al Cicr, e Adolfo Urso spingono invece perché il disegno di legge sul risparmio venga approvato entro settembre in Senato, e contenga il mandato a termine. A sinistra l’autoriforma non piace. «È solo una presa in giro - afferma Enrico Letta, responsabile economia della Margherita -: è un modo di dire che la riforma non si farà mai. Occorre invece - aggiunge Letta - una discontinuità netta, perché la logica monarchica ha dimostrato di non funzionare». Anche Pierluigi Bersani (Ds) non crede all’autoriforma, e invita la maggioranza ad approvare rapidamente la legge sul risparmio.
Il ruolo di Berlusconi. Il presidente del Consiglio ha parlato una sola volta, qualche giorno fa, del caso Fazio: «Nessun problema col governatore, aspettiamo il Cicr», ha detto. Il ministro delle Attività produttive Claudio Scajola, di ritorno da una giornata di lavoro col premier in Sardegna, è prudente: Berlusconi «saprà valutare quello che gli sarà riferito dal ministro Siniscalco». Renato Brunetta, consigliere economico di Palazzo Chigi, parla di una «autoriforma spontanea» della Banca d’Italia.

Insomma, l’immagine di Fazio sarà pure «appannata» - come afferma un sondaggio - ma la posizione del governatore sembra tutt’altro che traballante: da qualche giorno di dimissioni non parla più nessuno, fatta eccezione per alcuni economisti sui giornali.

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