da Milano
La tentazione di evadere il fisco «conquista» sempre più italiani, soprattutto giovani. È quanto emerge da uno studio condotto da Bankitalia, che ha disegnato lidentikit del potenziale evasore: meno di 40 anni, autonomo e un basso livello distruzione. Secondo Luigi Cannari e Giovanni DAlessio, curatori dello studio, dal 1992 al 2004, «è cresciuta la propensione a evadere», con sempre meno italiani che considerano le risorse sottratte allerario «una questione politica ed economica rilevante». Nel 1994, infatti, 83 italiani su 100 consideravano «grave o gravissima levasione fiscale». Adesso, questa percentuale è scesa al 75%. Crolla (dal 61,2% al 38,8%) anche la quota di chi «ritiene necessario un incremento dei controlli per sconfiggere il fenomeno», come prevede il decreto Visco-Bersani del luglio scorso, mentre sono aumentati (dal 6,2% all8,8%) coloro che ne chiedono una diminuzione.
Anche lanagrafe tributaria viene bocciata senza appello. Solo un contribuente su tre (erano uno su due nel 1994) è favorevole a «controllare dettagliatamente tutti i cittadini con un tenore di vita elevato». Sempre più cittadini sono convinti, altresì, che evadere le tasse sia necessario «per mantenere la propria attività».
Lorientamento allevasione, sostengono inoltre i due esperti, tende a ridursi al crescere dellistruzione e allaumentare delletà, ed è legato a diversi fattori, come la presenza di forte criminalità, il livello di disoccupazione, la qualità della Pubblica amministrazione, il numero di associazioni di volontariato, la quota di partecipazione alle elezioni o il numero di donatori di sangue. In sostanza, nelle provincie più «difficili» cresce la voglia di evadere le tasse.
Diverso il discorso per il federalismo fiscale, che piace al 48% degli italiani, a fronte di un 26% contrario, anche se le percentuali variano vistosamente tra Nord (51%), Centro (32%) e Sud (49%). Lidea che «i soldi delle tasse dovrebbero essere spesi nel luogo dove sono stati presi» conquista anche la maggioranza di giovani fino a 40 anni e di anziani oltre i 65, di quanti non sono andati oltre la licenza media, di operai e lavoratori autonomi. Meno favore incontra invece tra coloro che hanno titoli di studio più elevati (40%), quadri e dirigenti (27%) e imprenditori (38%).
Agli italiani, secondo Bankitalia, non piace neanche la politica dei condoni.
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