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Bankitalia: «Il sistema è più solido»

La Vigilanza: «Meno anomalie ma resta il nodo dimensionale». L’indagine sui costi dei conti

Massimo Restelli

da Milano

Di salute finanziaria più robusta e con meno «anomalie» rispetto al passato, ma con qualche problema legato alle dimensioni. Bankitalia consegna a Governo e Parlamento la propria istantanea del sistema creditizio nazionale. Tecnicamente si tratta della prima relazione semestrale: un documento di 200 pagine, divise in sei capitoli, nei quali gli uomini di Mario Draghi non si limitano ad analizzare gli ultimi mesi ma abbracciano l’intero 2005. L’annus horribilis che ha visto le dimissioni di Antonio Fazio in seguito all’aspra battaglia per il controllo di Bnl e Antonveneta.
Oltre ai dati sulle riserve ufficiali (salite a 61,2 miliardi a fronte di un portafoglio finanziario di 81,5 miliardi) e al nuovo logo che accomunando la parole «Eurosistema» e Bankitalia, dà un riconoscimento concreto alla divisa unica, gran parte della relazione è dedicata al lavoro di vigilanza. Da cui è emersa una diffusa riduzione delle «anomalie» (159 le ispezioni generali portate a termine) e un sistema bancario «in netto miglioramento». Tanto che nel 2005 gli istituti che hanno ricevuto una pagella negativa si sono fermati a 82, per un peso complessivo del 9,2% dei fondi intermediati (il dato nel 1999 era pari al 21%). Promossi, invece, 294 gruppi così come sono aumentati a 335 i giudizi «intermedi». Tendenza proseguita nei primi tre mesi di quest’anno (su 153 interventi di vigilanza solamente tre hanno evidenziato un esito sfavorevole) e con l’entrata in vigore dei principi contabili internazionali Ias che non ha mutato lo stato di salute delle banche. Rimangono, invece, casi problematici sia sul fronte della corporate governance, a causa di «un eccessivo accentramento di poteri», sia su quello dimensionale in presenza di strategie di sviluppo «incoerenti con gli assetti organizzativi e con i sistemi di controllo interno». Il responsabile dell’area Vigilanza, Giovanni Carosio, ha precisato che Palazzo Koch attuerà «presto» il proposito di Draghi di cancellare l’obbligo di informazione preventiva in caso di scalata a un gruppo bancario.
Al momento, tuttavia, Bankitalia non fornisce dettagli in proposito così come sulla possibilità di mettere sul mercato parte delle proprie riserve auree, salite a 37 miliardi a fine giugno. Via Nazionale si è soffermata, invece, sul capitolo della «trasparenza» dei costi bancari.
A partire da quelli necessari per chiudere un conto corrente che, secondo i risultati dell’indagine avviata a fine 2004, ammonterebbero a una media di 34 euro.

Cui si aggiunge il fatto che, quanto alle spese di tenuta conto, il 46% del campione analizzato non prevedeva costi di scrittura per l’operatività a fronte di un canone annuo di 76 euro, comprensivo del costo del bancomat. I dati sono stati però criticati dalle associazioni dei consumatori.

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