Bankitalia sonda le imprese: «Superata la fase più dura»

RomaLa fase peggiore della crisi sembra davvero alle spalle, e le imprese incominciano a guardare ai prossimi mesi con un cauto ottimismo. Lo conferma l’indagine che la Banca d’Italia conduce su base trimestrale sulle aspettative di crescita e inflazione da parte degli imprenditori. Ebbene, dopo diversi trimestri di «umore» assai negativo, per la prima volta le cose sembrano andare meglio. «Il deterioramento della situazione economica generale segnalato chiaramente dalle imprese nelle rilevazioni passate appare essersi pressochè arrestato», si legge nel rapporto curato da via Nazionale insieme con il quotidiano confindustriale Il Sole 24Ore.
Il rapporto si basa su interviste realizzate nel periodo fra il 3 e il 23 giugno presso circa 500 imprese con oltre 50 addetti. La percentuale di imprese che ipotizza un miglioramento dello scenario economico nel giro di tre mesi è salita al 53,8% contro il 32,4% della rilevazione precedente, effettuata in marzo. Uno scarto di oltre venti punti che testimonia un cambiamento radicale della percezione degli imprenditori italiani sull’andamento dell’economia. Un 10% prevede che il miglioramento sarà cospicuo, superiore al 25%. La quota di imprese che prevede un peggioramento delle proprie condizioni è drasticamente calata dal 69,2% al 26,3%. Le attese migliori si registrano nel Nord-Ovest, e tra le grandi imprese con oltre mille addetti.
Uno dei segnali positivi segnalati dalle imprese è che la stretta creditizia da parte del sistema bancario pare in allentamento. Solo il 27,8% pensa che le condizioni creditizie stiano peggiorando. La valutazione più favorevole arriva dalle aziende di maggiore dimensione, sia nel Nord-Ovest che nel Mezzogiorno. Questo non basta ancora, tuttavia, per una ripresa sensibile degli investimenti (è probabile che le imprese attendano la detassazione della «Tremonti-ter», inserita nel decreto fiscale). Le aspettative sull’andamento dei prezzi restano positive, con una previsione di inflazione all’1,4% nei prossimi dodici mesi. I tassi sono molto bassi: proprio ieri l’Euribor, il tasso base per i mutui prima casa, è sceso per la prima volta sotto l’1%. Non manca tuttavia qualche preoccupazione per l’andamento delle materie prime, petrolio in prima fila.
L’unico scenario ancora preoccupante riguarda l’andamento dell’occupazione, in particolare nel settore industriale. Il rapporto Bankitalia segnala infatti che il 44,7% delle grandi imprese indicano un ribasso dell’occupazione, mentre indicazioni meno pessimiste si rilevano nel terziario. Le imprese prevedono di utilizzare in modo prevalente il blocco delle assunzioni e del turnover, di non rinnovare i contratti a termine, e di ridurre turni e orari anche con l’utilizzo della cassa integrazione. Non prevedono invece nè licenziamenti, nè incentivi all’uscita volontaria dei dipendenti.
Un quadro più chiaro della situazione e delle prospettive a breve termine Bankitalia lo fornirà domani con il Bollettino economico.

Il documento terrà conto delle indicazioni più recenti, come la stima del Centro studi Confindustria di una ripresa della produzione nel mese di giugno, e del superindice anticipatore dell’Ocse, che ha segnalato «indicazioni di potenziale recupero» sia in Italia che in Francia.

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