Barça-Milan, fuochi d’artificio E Balotelli fa tremare Napoli

Preparate i fuochi d’artificio e anche qualche macumba. Serviranno alle tre sorelle italiane rimaste in Champions dopo il sorteggio di ieri sera a Montecarlo per sbarcare alla fase più intrigante del torneo. I fuochi d’artificio sono indispensabili per scandire il ritorno di Zlatan Ibrahimovic e del suo Milan al Camp Nou, contro il Barcellona super-campione in carica nel girone h, l’ultimo del ricco programma continentale. Qualche macumba servirà al debuttante Napoli per uscire vivo dal girone di ferro che gli ha riservato il destino e anche la manina gelida di Lothar Mattheus chiamato dall’Uefa a sorteggiare l’urna delle squadre in quarta fascia: la squadra di Mazzarri infatti, che rimette piede nella coppa più prestigiosa dopo le apparizioni legate all’epoca Maradona, è finita in compagnia di Bayern Monaco, Villareal e Manchester City. La traduzione è molto semplice: dovrà vedersela oltre che con i soliti tedeschi testa di serie anche con Pepito Rossi, inseguito a parole dal presidente De Laurentiis, e con gli inglesi guidati da Roberto Mancini tra cui spicca naturalmente la sagoma di Mario Balotelli. Proprio De Laurentiis, il presidente, ha ripetuto la sua ammirazione per l’attaccante nato negli Usa. «Continuerò a trattare per portarlo a Napoli» la promessa. Debutto col City, il 14 settembre. «É il mio numero» ha giurato il presidente. La macumba è in atto. «Mazzarri è più bravo di Mancini» la provocazione.
É andata meglio all’Inter e non solo perché Figo l’ha riconosciuto in pubblico. L’armata di Moratti è chiamata dall’urna a tornare a Mosca e in Turchia a Trabzon (accadde nella notte dei tempi all’Inter di Radice): il terzo incomodo è il Lille, non proprio irresistibile come rivale decisivo per stabilire la classifica del girone. Gasperini può puntare al primo posto senza dover riscuotere grandi imprese: risulterebbe subito più affidabile di Benitez che un anno prima non riuscì a fare altrettanto, qualificandosi agli ottavi da seconda classificata.
Al di là della suggestione, determinata dal confronto con i campioni in carica del Barça, il Milan ha la fortuna di concorrere in un quartetto diviso in due tronconi: da una parte la nobiltà europea, 11 coppe dei Campioni in due, dall’altra i cechi del Viktoria Plzen e i bielorussi del Bate Borisov. I precedenti: con Arrigo Sacchi, il Milan soffiò al Barcellona la supercoppa d’Europa, con Ancelotti venne respinto da Ronaldinho e soci dopo il misterioso gol buono di Shevchenko. É nelle sfide con le ultime due della classe che si può costruire la qualificazione. Scontato per il Milan il secondo posto. Non a caso Allegri commenta: «Abbiamo sorteggiato la squadra più forte, ma credo che il passaggio sia ampiamente alla nostra portata». Vero come vero che il tecnico e lo spogliatoio hanno sempre confessato: «Solo il Barcellona è più forte di noi».

Un riconoscimento del genere può determinare qualche meccanismo psicologico decisivo: accadde, a parti rovesciate, già nel 2003 contro il Real Madrid al Milan di Ancelotti, partito dal turno preliminare prima di sbarcare in finale a Manchester per conquistare il trofeo al cospetto della Juventus. Equilibrati gli altri gironi a cominciare da quello con Arsenal, Marsiglia, Olyampiacos e Borussia Dortmund, mina vagante per finire con il Chelsea completato dal Valencia e dal Bayer Leverkusen oltre che dal Genk.

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