Tel Aviv Uno spiraglio di dialogo con lAutorità nazionale palestinese (Anp), segnato dal primo faccia a faccia di alto livello da mesi, ha salutato ieri la partenza per gli Stati Uniti del premier israeliano, Benyamin Netanyahu, atteso oggi da un delicato vertice con il presidente Barack Obama. Una sorta di prova di riparazione dopo linsolito gelo del summit precedente, sulla quale continuano a pesare numerose incognite, inclusa la crisi senza precedenti nei rapporti con un alleato strategico (anche di Washington) come la Turchia. Ma che si fa annunciare da qualche piccolo segnale incoraggiante sul fronte - caro alla Casa Bianca - del processo di pace con i palestinesi. Oltre che da una maggiore sintonia sul dossier della risposta alla sfida nucleare dellIran.
Lelemento positivo di maggior impatto simbolico è stato lincontro - preceduto da una stretta di mano a uso delle telecamere - avvenuto ieri nellhotel King David di Gerusalemme fra il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, e il premier dellAnp, Salam Fayyad. Un appuntamento del tutto preliminare, che non rappresenta nemmeno un assaggio della ripresa di quei «negoziati diretti» (fermi da oltre un anno e mezzo) ai quali gli attuali «proximity talks» (colloqui indiretti) faticosamente avviati sotto legida della mediazione americana dovrebbero preparare la strada.
Un passo verso il disgelo che Hamas, che controlla la Striscia di Gaza dal 2007, ha condannato ma che si aggiunge a un ulteriore gesto dIsraele verso i palestinesi: la pubblicazione della nuova lista ristretta di prodotti vietati proprio alla Striscia di Gaza, nellambito dellattenuazione del blocco terrestre.