Barbie nera a metà prezzo, protestano gli afroamericani

Dopo le quote rosa dappertutto, dai parlamenti al premio Oscar, ora chiederanno le «quote nere» per le bambole. Tutta colpa di Wal-Mart, l’azienda di grande distribuzione talmente famosa negli Stati Uniti da essere da sempre nel mirino degli occhiuti difensori del politicamente corretto.
L’ultima polemica contro il grande magazzino nasce per una Barbie. O meglio per due: la solita bambola biondissima, fisico da majorette, irreali occhioni blu, tuttora tra le bambole più vendute al mondo. E l’altra, la Barbie nera, il clone politicamente corretto del giocattolo ma con fattezze (vagamente) afroamericane. Le due bambole affiancate sullo scaffale di Wal-Mart hanno provocato la sonora protesta degli attivisti per i diritti della comunità nera, forse ancora euforici per la conquista della Casa Bianca. Va bene mettere la Barbie bianca e la nera vicine («Ballerina Barbie» e «Ballerina Teresa» sono identiche tranne che per colore della pelle e dei capelli) - hanno protestato con i giornali e le tv americane - ma per quale motivo la bianca costa 5 dollari e 93 centesimi e la nera solo tre dollari? Comunque la giri, la faccenda è chiara: c’è un imbarazzante «sconto-colore della pelle» che sfiora il 50 per cento. Una nuova strategia di marketing di Wal-Mart, che sta facendo infuriare i pezzi grossi della comunità afroamericana, con tanto di accuse di razzismo tutt’altro che velate.
«Indirettamente si sminuisce il valore delle persone di colore», protesta Thelma Dye, direttrice del Northside Center for Child Development, un’organizzazione non-profit con sede ad Harlem, lo storico quartiere nero (ma ormai ampiamente colonizzato dagli ispanici) di New York. «È un messaggio pericoloso», aggiunge Dye. Wal-Mart si difende: non si tratta di razzismo, ma di una normale operazione di marketing per vendere gli ultimi prodotti della stagione passata. «Bisogna preparare la nostra offerta per la primavera e terminare le scorte - ha detto Melissa O’Brien -. Abbiamo abbassato il prezzo della bambola nera per aumentare le vendite, fino a questo momento non molto alte». Insomma apparentemente un normalissimo saldo di fine stagione che, com’è ovvio, viene applicato all’articolo meno venduto. La minore richiesta del resto è un’ovvietà aritmetica: i neri sono una, sia pur numerosa, minoranza.
Ma gli alfieri delle pari opportunità (formali) a ogni costo, non sembrano disposti ad accettare la conseguenza logica di un semplice dato di fatto che deriva dalla logica di mercato: si sconta l’articolo che vende di meno.

Chissà che davvero qualcuno non chieda una legge per applicare quote e prezzi controllati anche alle bambole. Per Wal-Mart è davvero una beffa: nonostante i titanici sforzi per rendere politicamente iper corretti i propri supermercati, le polemiche sono sempre in agguato.

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