«LIrap è una tassa assurda, è arrivato il momento di abolirla». È lappello unanime delle associazioni di categoria milanesi e lombarde, che vedono nellimposta sulle attività produttive il principale ostacolo alla ripresa delle aziende. Il più duro è Alberto Barcella, presidente di Confindustria Lombardia, per il quale «lIrap è iniqua, illogica, incongruente e incomprensibile, basata esclusivamente sulla volontà di punire le imprese. E lincremento del suo gettito in concomitanza con il calo del fatturato è un fatto abnorme». E aggiunge Barcella: «Siamo tutti daccordo sulla necessità di tassare il reddito, ma non si può gravare sulle aziende che, per colpa della crisi economica, invece di generare ricchezza la stanno consumando. E se non fosse possibile abolire limposta, iniziamo perlomeno ad aggiustarla ritoccandone il gettito al ribasso». «La proposta del taglio dellIrap ci trova completamente favorevoli - concorda il segretario generale dellUnione artigiani di Milano, Marco Accornero -. La struttura della tassa è sbagliata soprattutto per due motivi: il primo è che più le aziende sono indebitate con le banche, più è alta la somma che devono pagare; secondo è legata al numero di addetti delle imprese, aumentando così il costo delle assunzioni e incrementando la disoccupazione. Siamo disposti a barattare la rinuncia agli incentivi pubblici, che spesso finiscono ai soliti noti, per una diminuzione generalizzata delle aliquote».
Mentre Renato Borghi, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia, sottolinea che «il nostro auspicio è che lIrap sia inizialmente ridotta per poi essere definitivamente soppressa. Nel frattempo smettiamo almeno di chiamarla imposta regionale, in quanto è una tassa gestita dallo Stato che destina la maggior parte del gettito alle Regioni più sprecone e solo una quota minore a quelle virtuose come la Lombardia. Laspetto più assurdo è che se unimpresa assume, creando posti di lavoro, si vede aumentare lIrap - aggiunge Borghi -. E il colmo è che chi lha inventata è stato il governo Prodi, che essendo di centrosinistra avrebbe dovuto essere più sensibile al tema delloccupazione, mentre questo problema è molto più sentito dallattuale governo Berlusconi».
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