Da Bardi a Lagopesole Ovunque c'è un «ghost»

O lo si ama o lo si odia. Halloween da sempre divide e chiede di scegliere: festa di zucche beneauguranti o zucconi travestiti; data alternativa per un carnevale non richiesto dal nostro calendario «cattolico romano»; trick or treat? I puristi ripudiano questa tradizione anglosassone e del Nuovo Mondo a favore delle nostre origini «continentali». I nostri pupi però sono irrimediabilmente «stregati» dal merchandising nero-arancio dell'evento.
Eppure, fra dolcetto e scherzetto, ci siamo scordati di un fil - questa volta - orange e comune perché le peripezie di Jack O' Lantern e il culto di esorcizzare la paura per l'inverno, ricordando le anime salite in cielo, è comune ad ogni credo. Sia come sia, se proprio di fantasmi, streghe e indesiderati zio Tibia non volete sapere, rivolgetevi ai «fantasmi di casa nostra» per festeggiare un degno Halloween. Pardon una vigilia di Ognissanti, che poi di Halloween altro non è che la traduzione da «All Hallowed», tutti santificati. Eh si perché non c'è solo quel maschilista di Lord Canterville ad infestare torri e castelli. Lui che uccise la moglie perché non lavorava bene di folletto e swiffer, salvo poi dannarsi fra le mura della loro dimora, è solo un lontano parente della lunga schiatta di fantasmi di casa nostra che, fra questioni di corna e sfighe inenarrabili, odorarono «il fieto del miccio», per dirla con Eduardo e i suoi «Questi fantasmi». Si può scegliere il Piemonte con il castello della Rotta di Moncalieri, uno dei luoghi più infestati d'Italia perché dal IV secolo in poi non ha smesso di portare jella a chiunque vi si avvicinasse, turisti esclusi. A Bardi (castellodibardi.it), nel parmense, il cavaliere Moroello si contorce ancora per la bella Soleste.

In Puglia a Lagopesole, (luoghimisteriosi.it) il pianto di donna Elena, cognata sfortunata del grande Federico di Svevia, trasuda ancora dalle pietre dove fu murata viva. Insomma, ad ognuno il suo ghost ed una buona occasione per fargli visita.

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