nostro inviato a Bari
«Si vedeva che stava preparando qualcosa. Io un po' di fiuto credo di averlo ormai, l'avevo capito che voleva incastrare qualcuno d'importante. All'improvviso, dopo la vicenda di Noemi e le storie sulle veline, era tornata a mettersi elegante a spendere quattrini, e si era messa a correre dietro ai politici. A tutti i politici più in vista. Voleva apparire e farsi fotografare assieme a loro, andava dicendo in giro. Ci sono foto anche della nostra agenzia, in cui Patrizia appare accanto a gente dell'Udc, vicino a Casini anche. Poi quando ha saputo che arrivava Berlusconi a Bari, mi ha detto che sarebbe andata all'Hotel Palace e che in un modo e nell'altro sarebbe riuscita a entrare per farsi riprendere con lui. Fatto sta che poi è passata a destra e a manca a rastrellare tutte le foto in cui la si vedeva con qualche politico. Primo lo sospettavo, adesso ne sono certo: quella donna puntava in alto e ha deciso, invogliata dal denaro di qualcuno, di mettere in mezzo Berlusconi».
Luca Turi è una vecchia volpe del fotogiornalismo barese. L'uomo giusto che arriva sempre al momento giusto e che, soprattutto, sta nel posto giusto. Mai come in questo caso. Visto che, con lungimiranza invidiabile, trent'anni fa ha traslocato la sua agenzia in via Trevisani. Proprio di fronte al 143 dove Patrizia D'Addario abita.
Quale migliore e privilegiato osservatorio per prender nota degli spostamenti e dell'«attività» della donna che tutti conoscevano bene qui nel popolare e un po' sbrindellato quartiere Libertà, nel centro storico? «Mi stai chiedendo che lavoro faceva Patrizia? Quello più vecchio del mondo. Per anni ho visto auto fermarsi qui davanti e caricarla per portarla a lavorare negli alberghi pugliesi e nei night. Poi, quando gli affari hanno cominciato ad andarle un po' maluccio, sono stati i clienti, clienti un po' più modesti, a venire da lei e a salire nel suo attico. Quello lassù, vedi? Ma anche quello della palazzina vicina è suo, l'ha comprato quand'era all'apice e l'ha dato in affitto a una signora». Oggi, per comprare un appartamento come quello di Patrizia «Brummel» in questo quartiere, ci vogliono tra i 250mila e i 300mila euro, conferma il cartello appeso al civico 137. Che sono sempre bei soldi anche se come vicine di casa rischi di trovarti nigeriane e soprattutto colombiane che non fanno propriamente le puericultrici.
Ma che per tenersi in ordine, almeno una volta alla settimana vanno da Loconte, in via Principe Amedeo. Da 50 anni il parrucchiere di chi vuole apparire senza spendere cifre da capogiro. Sono le 7 di sera e il negozio è pieno, così, per discrezione, il mago delle acconciature da calendario preferisce uscire e parlarci in strada. «Patrizia è venuta anche la settimana scorsa, mi sembrava un po' nervosa, direi preoccupata ma io non le ho chiesto niente. Non chiedo mai niente alle mie clienti. Tantomeno chiedo loro che lavoro fanno» ci dice ammiccando e aggiungendo un «capisci a me» in versione barese-partenopea.
A proposito di magia e di maghi questa storia che Patrizia «Brummel», o Patrizia «Coka», o come volete chiamarla, frequentasse o abbia frequentato il mago dei maghi David Copperfield qui non risulta a nessuno. Anche se al quartiere San Girolamo, periferia della periferia di Bari dove Patrizia aveva avuto ben altre frequentazioni con un tale soprannominato Spaghetto (che ha passato qualche guaio per sfruttamento della prostituzione e da lei stessa è stato denunciato), Massimo Carenza affacciandosi sull'uscio del suo bar ammette che «Patrizia era fissata con la magia e l'esoterismo».
Illusa, illusionista o illusione ottica che sia in questi giorni Patrizia appare e riappare in varie parti di Bari. Ma a casa, in via Trevisani, non c'è più tornata, conferma Turi, da quando è scoppiato il casino. L'hanno avvistata col sacchetto della spesa all'Ipercoop del quartiere Japigia. Poi l'hanno riavvistata a casa della madre nel quartiere di Carbonara dove da anni ha parcheggiato una bambina «avuta dodici anni fa non si sa bene da chi» mi dice la signora Zonno prima di sbattermi l'uscio in faccia. Nel tormentato book, quello della vita reale e non quello fotografico messo assieme da Giulio Ferrante con il famoso calendario sexy del 2004, nello studio di via Manzari, c'è anche la morte in misteriose circostanze di un fratello, Tony, e quella del padre.
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