Dean Barker, lo skipper di Emirates Team New Zealand, ha vinto la prima volta in Coppa America contro Luna Rossa nel 2000, quando Russell Coutts gli cedette il timone nell'ultima regata con un passaggio di testimone ideale che significava molte cose. Nel 2003 invece la sonora sconfitta contro Alinghi, una mezza catastrofe con una barca che andava a pezzi. Ora il sindacato è tutto nuovo, ha per sponsor le linee aeree Emirates (dovevano spendere per un sindacato italiano). New Zealand 82 è praticamente ricostruita e nell'ultimo anno ha vinto 27 match race su 33, meglio di lei hanno fatto solo Bmw Oracle con 28 e Alinghi con 31. Cambiato il tattico, invece del connazionale Hamish Pepper, c'è l'americano Terry Hutchinsons, una radio vivente.
Barker, cosa pensa degli avversari?
«Alinghi resta il punto di riferimento, a Malmo era imbattibile, a Trapani ancora forte. Hanno belle barche e bei piloti. Credo debbano proteggersi, perché saranno comunque isolati dagli sfidanti e non dovranno affrontare una selezione che è sempre un momento di progresso, un po' come è successo a noi tre anni fa. Noi torniamo in Nuova Zelanda per continuare gli allenamenti durante l'estate australe».
Quando avrete la nuova barca?
«In gennaio avremo NZL 84. Vogliamo navigare a Auckland prima di arrivare a Valencia. Ci vuole molto tempo per imparare a portare una nuova barca al meglio, vedere Alinghi nel 2003: era stata usata per 18 mesi prima della Coppa».
Ma la mostrerete agli avversari in regata?
«Credo proprio di sì: è l'opportunità per capire se stiamo andando nella giusta direzione e vedremo cosa fanno gli altri. Mi fa un certo effetto pensare che a Trapani abbiamo usato la 82 per l'ultima volta, per certi aspetti è triste mandarla in pensione ma ci ha fatto faticare. È arrivata al suo meglio ma non vale Alinghi o Bmw Oracle, ci costringeva a usare la testa per vincere».
Quale sono le differenze con gli altri sindacati?
«Nelle fleet race vedo margini molto piccoli. Nel match race rimangono grandi differenze tra i team più forti e quelli più deboli. È utile avere Alinghi come riferimento, anche perché è quello contro cui ho perso e la sfida continua».
Cosa rimpiange della Coppa persa?
«Molto, ovviamente. Ci penso spesso».
A parte le regate, avete individuato un errore?
«Alinghi aveva un programma migliore, una barca migliore e ha regatato meglio. Noi invece abbiamo rotto la barca due volte; due punti persi».
State programmando le cose diversamente?
«Un motivo per cui è stato coinvolto Grant Dalton è che volevamo avere una leadership e un management più forti. È l'uomo giusto, ha condotto molte campagne vincenti attorno al mondo dove queste qualità sono ancora più utili».
Le spiace aver perso Tom Schnackenberg passato a Luna Rossa?
«Sono amico di Tom, adesso è in un altro team, ma siamo ancora a galla nell'America's cup».
Che ruolo ha scelto Ben Ainslie? È un grande talento, vince molto alle Olimpiadi ma non è del tutto chiaro come verrà impiegato.
«Ha scelto di fare il timoniere sulla seconda barca piuttosto che fare lo stratega sulla prima. Ritiene che sia più utile per la sua carriera».
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